Giù le mani da L’Ultima parola. La notizia, in poche ore, ha fatto il giro della rete: il programma di approfondimento di Gianluigi Paragone su Rai2 non sarebbe più previsto nel palinsesto della Rai. Poi no, ritorna in onda ma – udite, udite – sarebbe dovuto andare sotto altra veste: una sorta di Ultima nota, ossia un programma di musica! Alla fine – dopo le proteste scatenate sulla rete contro la decisione – il passo indietro dell’azienda. Insomma, secondo le indiscrezioni pubblicate da Il Fatto quotidiano ai vertici della Rai dei nominati dal governo dei “tecnici” non starebbe bene L’Ultima parola per i suoi tratti definiti “antipolitici”. La pressione esercitata al dg Gubitosi sarebbe arrivata dal Pdl che mal digerirebbe una trasmissione che si è evoluta in tal senso.
Rimane, in queste ore, il giallo se il programma potrà continuare così come lo abbiamo visto (lo stesso Paragone su twitter ha spiegato di non sapere nulla in tal senso). In ogni caso, ancora una volta, questa vicenda rappresenta una brutta pagina per la Rai e una pessima figura per il centrodestra. Paragone, infatti, è tutt’altro che un giornalista “nemico” per le destre e non tanto perché viene in un certo senso dalla stampa “amica” (direttore della Padania, e direttore di Libero). Ma perché ha portato nel suo programma, soprattutto nell’ultimo anno e mezzo, temi – come la critica al monetarismo, alla tecnocrazia, al predominio e all’autoreferenzialità del sistema bancario – che una destra consapevole del proprio ruolo in una crisi di sovranità come quella che stiamo vivendo dovrebbe ascoltare con attenzione se vuole riprendere centralità nel dibattito pubblico.
E invece, nel tentativo maldestro di stoppare le intemerate degli ospiti di Paragone (dai guru grillini agli economisti non allineati), si sarebbe pensato addirittura di far ritirare dai palinsesti uno dei pochi programmi che “allargano” l’orizzonte di un’offerta televisiva – così ingessata dai vari e soliti Santoro, Floris, Fazio, Mentana – e che, addirittura, si è dimostrato innovativo, nel saper portare in primo piano il mondo dei blogger (dove, nonostante i cliché, il popolo di destra è presente e capace).
Non c’è che dire: una mossa che, se confermata, qualifica ancora una volta l’incapacità dell’ex destra di governo di comprendere le potenzialità che provengono dalla propria area e di saper investire e credere nelle professionalità che fanno comunicazione e informazione. Da parte nostra, con Barbadillo non possiamo che sostenere il lavoro di Paragone e dei colleghi della sua redazione. Forza L’Ultima parola!