Cristina Di Giorgi, scrittrice, autrice della biografia “Teseo Tesei. All’assalto della gloria” (Idrovolante).Come si è avvicinata alla figura di Teseo Tesei?
“Da appassionata di storia d’Italia avevo letto diversi articoli che raccontavano le vicende di cui Teseo Tesei è stato protagonista. Quando però mio fratello Alessandro, che è stato militare di leva presso la caserma del Comando Subacquei Incursori – Corpo d’elite della Marina militare italiana intitolato appunto a Teseo Tesei – mi ha regalato il nastrino con il nome dell’Eroe che lui e i suoi commilitoni portavano sul cappello della divisa, ho sentito di avere con il giovane ingegnere di Marina di Campo una specie di “legame familiare”. Un legame tra l’altro rafforzato dal fatto che mio nonno Vincenzo e Mario Bordogna, suo camerata di vecchia data divenuto anche dopo la guerra amico della mia famiglia, hanno combattuto nella Decima Mas, nata attorno alla figura di Tesei e alle sue gesta. Con questa sensazione sempre presente in me, ho spesso pensato che avrei voluto scrivere di Tesei come Eroe e come Uomo. Poi, grazie a Idrovolante Edizioni, ne ho avuto finalmente l’occasione. Ecco “All’assalto della gloria”, un libro che ho voluto dedicare a coloro che nella mia vita rappresentano il legame con questo Gigante del nostro Paese”.
Su che documenti storici e libri si è basata per scrivere il suo volume?
“Ho letto e studiato diversi libri e materiali trovati in internet su blog e siti specializzati, oltre ad articoli pubblicati su alcuni quotidiani e riviste sia sulla figura di Tesei, sia sulla storia dei mezzi d’Assalto della Marina militare italiana nella Seconda Guerra mondiale.
Come ho scritto nella breve nota introduttiva al mio libro, ho poi anche voluto lasciare un po’ di spazio alla mia immaginazione, che ho usato come espediente narrativo per rendere la lettura delle mie pagine più scorrevole in modo da consentire anche ai non addetti ai lavori quanto ad argomenti storici e/o tecnici, di avvicinarsi con più facilità alla figura e alle gesta di Teseo Tesei”.
Ha visitato luoghi in cui ha vissuto Tesei?
“Ancora no. Ma vorrei proprio farlo. Anzi, spero che il mio libro sia l’occasione per andare, magari a presentarlo, a Marina di Campo, dove Tesei è nato. Mi piacerebbe poi anche vedere Bocca di Serchio, dove era situato il centro di addestramento degli assaltatori. E Malta, nelle cui acque l’Eroe elbano è scomparso in azione nel luglio 1941”.
Teseo Tesei e la Marina. Quali sono state le sue imprese più memorabili?
“Ce ne sono diverse che meriterebbero una citazione, sia tra quelle alle quali Tesei ha preso parte in prima persona, sia tra quelle portate a termine dai suoi eredi, alle quali si può senz’altro dire che l’Eroe elbano ha partecipato “in spirito”. Ne cito soltanto due. Tra quelle del primo gruppo l’operazione “Malta due” del 25/26 luglio 1941, in cui Tesei ha perso la vita insieme a numerosi altri suoi commilitoni. Valgono, per descriverne la portata, le parole dello studioso spagnolo Luis De La Sierra, che nel suo “Gli assaltatori del mare” in proposito scrive: “Quegli uomini hanno scritto una delle pagine più gloriose della storia della Marina italiana, della quale sarebbe orgogliosa qualsiasi nazione del mondo. E non è una magra consolazione, perché il Paese che non è capace di esprimere soldati di questa tempra è destinato a scomparire dalla faccia della terra”. Tra quelle del secondo gruppo sicuramente quella del 18/19 dicembre 1941, quando tre “Maiali” violarono il porto di Alessandria e affondarono due navi da guerra britanniche, una petroliera e un cacciatorpediniere che stava facendo rifornimento”.
L’esperienza di Tesei configura un archetipo di militare italiano. Come lo descriverebbe?
“Coraggioso, tenace, pronto a tutto per fare grande la Patria. Di Uomini del genere nella storia del nostro Paese ce ne sono parecchi. E meritano il rispetto e il ricordo di tutti, perché è grazie a loro che ancora oggi possiamo sentirci orgogliosi di essere italiani”.
Il coraggio del giovane elbano consente di inquadrare anche il valore della Decima Mas nella seconda guerra mondiale?
“Sicuramente sì. Alla storia della Decima Mas (che inizia a chiamarsi così nel marzo 1941 in omaggio alla Fedelissima Legio di Giulio Cesare) si fa quasi sempre riferimento soltanto in relazione al periodo della Repubblica Sociale Italiana.
In realtà le sue origini risalgono proprio al periodo in cui Teseo Tesei, insieme ad un ristretto gruppo di valorosi e tenacissimi operatori, iniziò ad addestrarsi a Bocca di Serchio. Questo primo nucleo dei Reparti d’Assalto della Marina militare italiana, di cui il giovane ingegnere elbano fu il cuore e la mente, anche (e forse soprattutto) grazie alla tenacia e alla capacità di Tesei di suscitare e canalizzare energie ed entusiasmo, fu in grado di superare difficoltà e fallimenti. E di riuscire, infine, in imprese che a priori vennero considerate folli.
Va inoltre ricordato che è dell’ingegnere elbano – coadiuvato dal collega Elios Toschi – l’invenzione del Siluro a Lenta Corsa o “Maiale” (come venne affettuosamente ribattezzato dal suo stesso inventore), che insieme ai barchini esplosivi e, in seguito, agli Uomini Gamma, fu la base degli innumerevoli successi bellici della Decima”.
Tesei è paragonabile, per coraggio e determinazione, ai kamikaze dell’aeronautica del Giappone?
“Secondo me solo fino ad un certo punto. In entrambi i casi, come ha giustamente sottolineato nella domanda, ci sono stati senz’altro coraggio e determinazione. Ma mentre i piloti del Sol Levante decollavano con la consapevolezza che la loro missione si sarebbe necessariamente dovuta concludere con la morte, Teseo Tesei partiva con la speranza di tornare: amava la vita e avrebbe voluto conservarla, ma era disposto comunque a sacrificarsi per la grandezza dell’Italia.
Questa sua convinzione emerge chiaramente in queste sue conosciute ed evocative parole, che tra l’altro – proprio in quanto estremamente simboliche del suo modo di essere e di pensare – ho scelto come quarta di copertina della mia biografia: “Occorre che tutto il mondo sappia che ci sono degli italiani che si recano a Malta nel modo più temerario. Se affonderemo qualche nave o no poco importa. Quel che conta è che si sia capaci di saltare in aria con il nostro apparecchio sotto gli occhi degli inglesi. Avremo così indicato ai nostri figli e alle future generazioni a prezzo di quali sacrifici si serve il proprio ideale e loro ne trarranno l’esempio e la forza per vincere””.
Quali sono i suoi prossimi progetti professionali?
“Ci sono in ballo diverse cose, secondo me molto interessanti. Tra esse la cura della Collana “Giganti” – di cui il mio volume su Teseo Tesei è la prima pubblicazione – che Idrovolante Edizioni mi ha fatto l’onore (e ci tengo anche in questa sede a ringraziarli moltissimo) di chiedermi di dirigere. La nostra idea è quella di proporre una serie di ritratti di taglio divulgativo e narrativamente accattivante dedicati a figure di grandi italiani non abbastanza ricordati dalla pubblicistica “main stream”. Seguiteci sul nostro sito internet e su facebook. Avrete belle sorprese!”.
*Cristina Di Giorgi (1972): giornalista e scrittrice, ha pubblicato il saggio Note Alternative (Edizioni Trecento 2008),
è coautrice di Il nostro canto libero (Castelvecchi 2010) e di Cantando Giovinezza (Ritter 2016), curatrice di La guerra tradita. Diario dal fronte di un ufficiale di artiglieria di Luciano Berti (Mursia 2016) e Cannoni e Ciliegi in fiore di Mario Appelius (Idrovolante Edizioni, 2017). Innamorata della Storia e dell’Italia, collabora con Idrovolante Edizioni come direttrice della Collana “Giganti”, che propone biografie di Uomini e Donne che hanno fatto grande il Paese. Teseo Tesei, All’assalto della Gloria (2018) è il primo ritratto di questa nuova serie.