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Home Scritti

Il caso (di P.Buttafuoco). Se nel giornalismo si salvano solo gli allineati al pensiero unico

by Pietrangelo Buttafuoco
12 Febbraio 2019
in Scritti
8
Mario Calabresi
Mario Calabresi

Improvvisamente è accaduto come con l’invenzione del telaio: gli operai non sono serviti più e così – un’era fa, anche se sono passati pochi anni – è accaduto con l’informazione.
I giornalisti, col web, sono superflui e anche quella loro signorile capacità professionale è stata ribaltata al grado zero: chi si guardò, si salvò.
Salvato, per fare un esempio, è un Corrado Augias che nella sua squisita nicchia culturale prende molto-mila-assai e fischia euro l’anno dalla Rai. Lavora beato con un bel conquibus anche per Repubblica, non ci si salva mai per sorteggio – per noblesse – e sommersi, invece, sono tantissimi altri.
A cominciare dai precari squillanti di firma. Ce ne sono perfino nei giornaloni, prosciugati nel reddito, tutti sommersi nel mare grande di un mestiere senza più parte e nessuna arte se ai più giovani infine – malgrado la prima pagina tuoni contro il mercato nero e lo sfruttamento – prendano 20 euro lordi, al più, a pezzo. E magari – il contrappasso è in agguato – sono pezzi scritti per difendere lo stipendio di Augias.
Si salva chi già ben alloggia. Chi non ha padrinati, al contrario, è sommerso. È pur sempre il mestiere di Bel Amì, quello del giornalista, ci si salva in virtù dell’altra rete – quella delle relazioni – e se ne avrà una controprova quando Mario Calabresi, il direttore uscente del giornale fondato da Eugenio Scalfari, pur dopo il suo cocente inciampo, si ritroverà accolto, e non ce ne sarà da meravigliarsi, nella Rai dei populisti, a Mediaset o accasato in via Solferino, va da sé.
Chi si salvò, si salva per sempre. Ed è giornalismo. Durante un’intervista di Cesare Lanza a Urbano Cairo nel via vai di un caffè, a Milano, a un certo punto sbuca Giancarlo Aneri.
Non era ancora finita la stagione di Calabresi a Repubblica e Aneri, il patron del più inarrivabile dei premi, “È giornalismo”, ha quasi un urto profetico.
Aneruccio schiva la bastonata dell’inviato de La Verità (“manco per sbaglio il premio va a un giornalista non dico di destra, ma di…”) si avvinghia all’editore del Corriere – assai silente – e gli intima “Dovresti assumere Calabresi al Corriere, sarebbe un magnifico editorialista!” e siccome due più due fa quattro, lo schema è già descritto: cane non mangia cane, prete non mangia prete…
Tutti salvati, madama la marchesa.
Ed è sempre troppo in alto l’uva per i sommersi la cui consolazione, nel fallimento, è che l’uva loro negata sia agra, maledettamente agra.
La Vita Agra, per dirla con Luciano Bianciardi. E improvvisamente è venuto questo tema del giornalismo perché è stato più facile togliere di mezzo politicamente i Renzi e i Berlusconi che cambiare musica là dove il vapore impartisce alfabeto unico dei giornaloni, dei Fabio Fazio e dell’industria culturale unica del pensiero unico e sempre uno.
“Perché i giornali stanno soffrendo” ha scritto Domenico De Masi giovedì scorso per il nostro giornale. I consumi di cultura sono crollati e c’è – sottolineava giustamente De Masi, in punto di analisi – “c’è un problema di testate che si somigliano tutte”.
Parole sante. Cui va ad aggiungersi l’equivoco sulla fatica intellettuale, quel leggere e scrivere – e creare – spacciato per un passatempo il cui tempo consumato è di valore zero.
Si assomigliano tutti i salvati, e così anche i sommersi. Uguali tutti alla volpe. (da Il Fatto Quotidiano dell’11 febbraio 2019)

@barbadilloit

Pietrangelo Buttafuoco

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Tags: Barbadillobuttafuococalabresieditoriagiornaligiornalismopensiero unicorepubblica

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Comments 8

  1. Sergio anzaghi says:
    4 anni ago

    L’avvelenata di Buttafuoco molto-mila-assai

  2. Giacomo says:
    4 anni ago

    Sono io che leggo male oppure è il pezzo ad essere stato scritto male? L’ho capito poco.

  3. Guidobono says:
    4 anni ago

    Dev’essere un rebus….Chissà….

  4. Fernando says:
    4 anni ago

    Da quando Buttafuoco è divenuto amico della Gruber e pro sultanato siculo,giocherella coi paradigmi del suo ambiente professionale..

  5. Stefano says:
    4 anni ago

    Signori Buttafuoco è una penna sublime e una delle migliori intelligenze d’area non conforme, magari ad avercene altri così… L’articolo è chiaro come il sole e corrisponde perfettamente alla realtà del mondo del giornalismo attuale, non mi sembra ci sia niente di criptico…Poi Fernando su Buttafuoco amico della Gruber ti sbagli di grosso te l’assicuro… Cordiali saluti

  6. Guidobono says:
    4 anni ago

    Mi riferivo al commento di Sergio…

  7. Fernando says:
    4 anni ago

    Stefano, ultimamente ho notato ,con mia grande sorpresa, Buttafuoco dalla Gruber diverse volte ed essere trattato con particolare garbo ..MA,mistero!!! Devo confessarti che mi ha particolarmente deliziato il confronto con Corrado Augias.Buttafuoco è stato superlativo,mi è piaciuto meno con Cacciari. Saluti.

  8. Giuseppe Angelo says:
    4 anni ago

    Quando parla dalla Gruber, non si capisce molto di cosa vuole dire, sembra che voglia a tutti i costi apparire un intellettuale. Giuseppe A.

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