Bisogna saper perdere. O bisogna saper scegliere? L’elezione di un deputato nel Cagliaritano ha visto il successo del candidato del centro sinistra con un buon 45% di consensi.
Peccato che a votare sia andato il 17% degli aventi diritto. Dunque il neo eletto rappresenta meno della metà del 17%: praticamente un plebiscito. Ma è giusto così, perché chi si astiene non ha motivo per lamentarsi. Perde comunque. A meno che…
A meno che non sia un disastro preparato con cura da Lega e Fdi sardo per dimostrare che l’abbraccio con Forza botulino è sempre più mortale. Il sultano di Arcore sceglie il candidato sbagliato, immancabilmente una bella e giovane ragazza? E gli alleati disertano le urne.
Dov’erano, domenica, le legioni leghiste del 30%, i manipoli della Sorella della Garbatella? Tutti al mare per fare un bagno a gennaio?
Eppure il “centrodestra unito”, praticamente una chimera grazie a Tajani ed Erinni, è convinto di conquistare la Sardegna alle regionali del mese prossimo.
Certo, il candidato alla presidenza è un “sardista” indicato dalla Lega e tutti i partiti dovranno impegnarsi per conquistare più consiglieri. Ma l’83% di astensionismo rappresenta un monito ai partiti ed anche un’incognita sull’effettivo coinvolgimento popolare.
Un problema che riguarda tutti. Il Pd, con madamine e imprenditori, porta in piazza 150 persone a Genova a favore degli investimenti in infrastrutture. Vuol dire che i genovesi non vogliono ferrovie moderne ed efficienti o autostrade non perennemente ingorgate? Ovviamente no, vuol dire che non si fidano più di Confindustria, Pd e finte liste civiche.
In Sardegna la sconfitta del centro destra significa che i cagliaritani vogliono più sbarchi e meno sicurezza? Ovviamente no. Ma forse non si fidano più delle promesse anche perché la Lega non è in grado di raccontare ciò che sta facendo.
Quanto al Movimento 5 Stelle, paga la pessima scelta del candidato precedente e, come la Lega, l’incapacità di informare.
Adesso, però, tutto si azzera e si riparte per le regionali. In una regione autonoma il governo regionale è più importante rispetto ad un deputato peon, dunque l’astensione dovrebbe essere più contenuta.
Ma si vedrà quanto valgono i sondaggi, quanto incide un candidato non imposto da Forza botulino. E se, per una volta, i sondaggi non fossero sbagliati, il futuro di Tajani e delle Erinni potrebbe essere molto lontano dal centro destra.
Capirai che problema per Tajani: ne avrebbe solo da guadagnare tra Jerry Calà, Salvini, Isoardi Lino Banfi, Beppe Grillo , Renato Pozzetto, Toninelli, la Castelli, la Grillo eccetera qeusto governo gialloverde è una pagliacciata non per nulla a sostenerli sono tanti ex alleatinazionali tra cui il simpatico Grandi.
Grandi ci fa sapere che “e’ stato iscritto al Msi fino al 1975”. Va bene commentare le idee, va bene dissentire. Non ci piace però ridurre
Le discussioni a piccole invettive personali. Intelligenti pauca
Grandi…un ottimo ‘Grande’ articolo…e Lino è la risposta più ‘appropriata’ per dare evidenza alla sempre sostenuta ‘incapacità’ ed ‘inefficacia’ di qualsiasi ‘branca’ dell’onu(e financo dell’onu stessa)ad operare ‘mondialmente corretto’.Se non bastasse c’è l’esempio di prossimo ‘avvento’ della delegazione dell’unhcr in cerca di razzismo italiano,dimenticando ‘volutamente’ che in qualche ‘armadio’ c’è ancora la ‘Spada dell’Islam’ a ricordare,se ce ne fosse bisogno,chi…eravamo e siamo. NB:A Cagliari l’astensionismo ha toccato tutti i partiti,ma chi come l’m5s partendo dal 33,62% delle passate el naz si ferma al 28,9% perdendo il 5% avrà giustamente perso,ma chi partendo,da coalizzati,dal 59,60% riesce,e visti i sondaggi della 1° forza del paese a fare da traino,a fermarsi al 27,8% e 3°forza…è solo ‘trombatura’ totale o per meglio dire…che lo pensionino ,senza farlo ogni volta ancora ‘bausciare’ sulle pubbliche p.zze:per il bene della parte dx della coalizione,in cui ancora ‘millanta’ di accompagnarsi,a non essere trascinata dalla piena che sta attraversando ‘lui’ e la sua FI.