Gli Inglesi si sono scocciati di Sarri. O almeno gran parte dei tifosi del Chelsea stanno storcendo il naso. “Sarri-Ball” – così è stato rinominato il Sarrismo, in un’accezione ben meno estetica – è sintomo di “noia inconcludente“, per il Sun. Addirittura è “inutile”, per l’ex bomber Shearer. Nell’ultima, sonnolenta uscita con il Southampton i Blues, con oltre il 70% del possesso palla, non sono riusciti ad arrivare in porta. Morata e Hazard non fanno abbastanza, Jorginho dirige ma a tratti sembra conoscere solo l’andantino e mai l’allegretto, Kanté è spesso fuori posizione. Se a questo si aggiunge che tra le prime sei squadre il Chelsea è la squadra che ha segnato di meno – 38 gol -, la tragedia sembra annunciata.
Ma non è affatto così. Non solo i tifosi dimenticano l’inizio travolgente dell’era Sarri a Londra, tra record, colpi spumeggianti e riconciliazioni (una tra tutte è il recupero di Hazard). No, il vero nodo della questione è che la bellezza – specie se italiana, poi – di cui Sarri è ambasciatore, ha bisogno di lentezza. Anche, soprattutto per chi predica l’hic et nunc, il risultato senza il procedimento. Il metodo Sarri è un processo di assorbimento, lento e corale, che lascia un segno indelebile: gli ingranaggi del Napoli sono un caso lampante. Il fraseggio, il coinvolgimento di tutti gli undici, gli automatismi, il falso nueve, l’incursore, sono tutti momenti fondamentali. E l’alchimia è la pazienza. E’ imparare a godersi l’accademia. Ancora meglio se è fine a sé stessa e autoreferenziale: nell’era in cui arroccarsi per ripartire al novantesimo è una virtù, è rassicurante sapere che c’è chi si siede, chi ha il tempo per un sigaro, per una tuta al posto del completo, per il cibo italiano slow. E anche per il pareggio. E’ la bellezza, bellezza!
Sarri è il tipo di coach di una squadra che non vuol retrocedere, tipo Empoli. Poi essendo arrivato a Pulcinellandia ha ricevuto elogi oltre misura…
“E’ imparare a godersi l’accademia”: certamente, tipico dei comunistoni che dal 1917, ad esempio, ci sperano nelle gioie della Rivoluzione Proletaria…
Figuriamoci fosse arrivato Allegri col suo giropalla all’indietro…
Sarri è la bellezza di chi non vincerà mai nulla!