Da Milano – I Fratelli d’Italia guardano anche a Giulio Tremonti nel percorso di costruzione del nuovo soggetto che si propone di ereditare il patrimonio politico e culturale della destra italiana in cerca di identità. Nella tre giorni organizzata a Milano durante lo scorso fine settimana da Giorgia Meloni e Ignazio La Russa l’ex ministro dell’economia è stato tra gli ospiti più attesi, seppur la sua partecipazione fosse limitata ad contributo culturale, concretizzato in un faccia a faccia con l’ex direttore del Secolo d’Italia Gennaro Malgieri, mentre le regole del dibattito non prevedevano la possibilità di richiedere valutazioni in merito al nuovo soggetto politico o all’attuale stato del centrodestra. In altre parole ci si è rivolti al Tremonti scrittore più che al Tremonti politico e anche La Russa introducendo il dibattito ha ricordato come i libri di Tremonti abbiano da sempre costituito un punto di riferimento per la destra italiana.
L’insistenza sul valore culturale più che sull’operato da ministro si rileva anche utile per stigmatizzare il ricordo dell’estate del 2004 quando Tremonti, che di libri a dire il vero ne aveva già scritti, fu costretto alle dimissioni per il pressing dell’intera rappresentanza governativa degli ex AN. Altri tempi e altri scenari, certamente mutati da quando l’uscita de “La paura e la speranza” ha destato ampi favori soprattutto da parte dell’anima sociale degli ex an e, parimenti, da quando Tremonti ha iniziato a rappresentare, come i fuoriusciti al seguito della Meloni, una voce critica dell’attuale PDL. E se occorreva partire da punti in comune, nulla di più facile di affrontare l’analisi della caduta del governo Berlusconi e dell’avvio della politica delle larghe intese di questi ultimi anni. Tremonti non ha esitato a parlare ancora una volta di colpo di stato e di sovranità nazionale in pericolo ricordando che la caduta del governo Berlusconi è stata provocata da “un atto politicamente criminale”, la lettera Trichet-Draghi, mediante la quale, oltre a incidere sulle regole democratiche dell’Italia, sono state proposte ricette economiche sbagliate, come la richiesta del pareggio di bilancio. Nel complesso un’operazione, incalza Tremonti, dalla quale “economicamente ci ha guadagnato la Germania e la speculazione, e politicamente Grillo”.
I Fratelli d’Italia, voce critica al governo Monti e alle larghe intese in favore di Letta applaudono e annuiscono. Così come sembra incontrare il favore del pubblico e dell’intervistatore la sintetica rilettura che Tremonti ha ripercorso del proprio pensiero ricordando le sue tesi critica nei confronti delle regole della finanza dettate da banche e centri di poteri tecnocratici che hanno impedito di governare la globalizzazione e favorito la proliferazione della speculazione superando i governi stessi. Malgieri ha pigiato quindi l’acceleratore sulla condivisione dei valori e sulla necessità di favorire una politica “sovranista” in grado di superare mercatismo per spingere Tremonti a sbilanciarsi in merito alla creazione di un nuovo centro destra che possa essere ispirato a tali valori.
Tremonti ha scansato il secondo fine della domanda evitando qualsiasi endorsement a favore del partito ospitante o di altre potenziali future aggregazioni. Sul punto si è limitato a ribadire che la sua posizione in un sistema bipolare, come quelli che si confrontano in tutta Europa e dalla parte del blocco conservatore/popolare mentre sulla possibilità che i valori teorizzati nei suoi libri trovino attuazione ricorda che “proposte di legge: una sulla impignorabilità della prima casa anche per debiti bancari, una sulla separazione delle attività delle banche speculative da quella delle banche che raccolgono il risparmio e la terza su regole che impongano di contabilizzare i derivati ex post e non ex ante”, invitando i parlamentari presenti a firmarle se ritengono di volersi ispirare a tali valori.