Sorridete se potete o riuscite, perché cambia l’odio militante, sia nei modi sia nei colori. Si fa più ironico, labile, ma non per questo più divertente. Ecco il racconto. Succede che a Palermo – sempre a Palermo! – Audaces, comunità culturale che gravita nella galassia di FederAzione, apra bottega. Duecentocinquanta metri quadrati da dedicare a sport, aggregazione, arte e servizi a sostegno del quartiere. E magari anche a una spaghettata tra amici. Una bella responsabilità, con tanto di affitto da pagare un tanto al mese. Sudore e legalità, non c’è niente di meglio. E invece no. A qualcuno l’idea non piace e lo fa sapere nel modo più subdolo possibile: riempiendo di scritte l’androne del palazzo, il portone, le pareti e persino il marciapiede.
Che c’è di nuovo, direte voi? Spray nero in mano, le scritte recitano addirittura “Audaces” contornate da una decisamente demodè croce celtica. Lo scopo è chiaro: non soltanto di guastare la festa, ma di attirare la riprovazione immediata del quartiere. Il piano è diabolico, non c’è che dire. Biricchini, se non altro. Uno stratagemma che ha costretto i giovani audaci a passare una mattinata a quattro piedi per ripulire le scritte e spiegare a chi di dovere che quell’iniziativa avesse poco a che fare con chi, invece, ha tutta l’intenzione di costruire.
Ma c’è sempre chi ci casca. Non un ingenuo, ma il presidente della municipalità, un navigato esponente del Pd palermitano. La chiamata alla mobilitazione è da indignazione da dita nella marmellata. “Proprio oggi pomeriggio, in via Altofonte, è prevista l’inaugurazione della nuova sede di Audaces, realtà di estrema destra, con tanto di interventi dei parlamentari Vincenzo Figuccia (Udc) e Carolina Varchi (FdI), di giornalisti e sindacalisti Ugl – dice – Sono certo che i parlamentari e gli esponenti invitati all’inaugurazione prenderanno le distanze da questo deprecabile atto vandalico (le scritte, ndr), condannando il gesto e disertando l’Inaugurazione della sede”. Bontà sua che alle apparenze ci crede, eccome. Succede anche ai migliori…
La cosa grave sta invece in altro, nell’invito alla diserzione. Perché chiedere a due parlamentari, esponenti peraltro di due famiglie politiche differenti, a un sindacalista e a un giornalista, di rinunciare al proprio dovere di verifica e servizio è come sdoganare la vigliaccheria e la pusillanimità. Insomma, non proprio il massimo. Se poi il tema da affrontare è quello del lavoro che non c’è e dei territori che s’impoveriscono sempre più, suvvia, c’è tantissimo da riflettere. Soprattutto se al tavolo si portano approcci differenti, professionalità differenti, culture differenti. Non è forse questa libertà o democrazia? Fate voi…
Per la cronaca: nessuno degli invitati ha fatto un passo indietro. Anzi: “Non prendo affatto le distanze dal gruppo Audaces – fa sapere la Varchi – che non ha alcuna responsabilità sulle scritte apparse davanti la sede. Gli autori vanno ricercati nei centri sociali, noti provocatori. Al presidente consiglio di dedicarsi alla sua circoscrizione sommersa dai rifiuti e dal degrado provocato anche dalla sua cattiva amministrazione”. Scoprire poi che – forse forse – il più adirato di tutti è proprio uno scudocrociato di antico lignaggio come Figuccia, è comunque una bella e buona notizia.