(da RomaToday) “Stava tornando a casa a Monteverde dopo aver staccato dal turno di lavoro quando è stato travolto ed ucciso da un’auto. A perdere la vita Jacopo Bruni, 46 anni. L’incidente stradale è avvenuto alle 4:00 di domenica sulla Passeggiata del Gianicolo. Una maxi carambola nella quale sono rimaste coinvole la Vespa condotta dalla vittima, una Bmw ed una Peugeot 207, guidata da un ragazzo romano di 21 anni poi risultato positivo agli esami tossicologici, arrestato con l’accusa di “omicidio stradale” e trasferito nel carcere di Regina Coeli come disposto dal Pubblico Ministero.
Molto violento l’impatto che è costato la vita a Jacopo Bruni, deceduto subito dopo il trasporto d’urgenza all‘ospedale San Camillo. Un bilancio grave, che parla anche di cinque feriti, due donne e due uomino in codice rosso ed una quinta persona refertata in ospedale con un codice giallo.
Bodyguard dei Vip morto in un incidente al Gianicolo
A perdere la vita come detto Jacopo Bruni, classe 1973. Sposato e padre di due figli di 9 e 12 anni, il 46enne lavorava come guardia giurata e stava tornando a casa dopo aver staccata dal turno di lavoro. Con indosso la divisa il 45enne era molto conosciuto nella città di Roma. Oltre ad essere vigilantes svolgeva anche il lavoro di bodyguard dei Vip ed era volontario al Soccorso Alpino e Speleologico Lazio.
Il ricordo di Jacopo Bruni
Divulgata la notizia della sua morte, sono stati centinaia i messaggi di cordoglio per la perdita di Jacopo Bruni. “Salutiamo con affetto e profonda tristezza Jacopo Bruni, operatore speleologico del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico – CNSAS, ucciso a Roma nella notte tra sabato e domenica da un automobilista risultato positivo agli esami tossicologici per alcol e droga. Un abbraccio alla famiglia di Jacopo, ai suoi amici e ai colleghi del Soccorso Speleologico regionale da parte di tutto il Soccorso Alpino e Speleologico Lazio – CNSAS“.
Il cordoglio del mondo del Fronte della Gioventù romano
Scrive Ciccio Ciulla da Palermo: “Jacopo era un camerata. Mi corre l’obbligo di ricordarlo con le parole che lui stesso mi scrisse negli anni.
“Mio caro camerata, ho cominciato a fare politica a Sommacampagna nell’ 84 con Gianni, passando a viale somalia, parioli e prati. Ero giovane ed allora nn c’erano telefonini, le macchine fotografiche erano ingombranti e …servivano le mani libere. Purtroppo quindi nn ho foto di quei meravigliosi ma turbolenti anni.Ti sarei grato se, quelle che riesci trovare, le mettessi su fb. Ti saluto romanamente.
Picchio””.
Stefano Schiavi: “Ciao Picchio, amico e compagno di lotta per tanti anni. La vita è spesso ingiusta, specie se atogliertela è un ragazzo ubriaco e drogato figlio di una società che abbiamo combattuto per anni. Riposa in pace”.