Erano gli pseudonimi di due celebri banditi che agirono tra il XIX e il XX secolo. Butch Cassidy il cui vero nome era Robert LeRoy Parker (1866 – 1908) era a capo della banda del “Mucchio Selvaggio” , il film di Peckinpah si ispira alle loro imprese. Sundance Kid il cui vero nome era Harry Alonzo Longbaugh (1867 – 1908) era un pistolero che si specializzato nei furti di bestiame, rapine in banca e assalti al treno soprattutto nello stato del Wyoming. Il suo rifugio era nel passo montano di Hole in the Wall.
Per catturarli il governo incaricò l’agenzia Pinkerton che mise in atto delle gigantesche caccie all’uomo a fronte delle quali la banda si sciolse agli inizi del 900 con Cassidy, Sundance e Etta Place (1878 -?) che fuggono prima in Argentina e poi in Bolivia dove ripresero a rapinare banche e uffici di pagamento delle compagnie minerarie. Individuati nel centro minerario di San Vicente vennero accerchiati dall’esercito boliviano, dopo un sanguinoso assedio le forze boliviane fecero irruzione e trovarono due cadaveri di cui non si hanno prove certe sulla loro identità, molti storici ritengono che uno abbia sparato all’altro e poi si sia suicidato ma non ci è dato conoscere la dinamica dei fatti. Ancora oggi non è certo se i due cadaveri ritrovati a San Vicente fossero quelli di Butch Cassidy e Sundance Kid e molti sono convinti che Cassidy sia sopravvissuto e che sarebbe rientrato negli Stati Uniti clandestinamente dove ha vissuto con una falsa identità fino alla morte avvenuta negli anni Trenta. I nomi dei due celebri banditi compariranno spesso in molti film, il primo è un film a basso costo dal titolo Il sergente Carver, The Texas Ranger è il titolo originale, diretto da Phil Karlson e interpretato da John Ducette e Ian McDonald che sono al seguito del rapinatore Sam Bass (1851 – 1878) che nel finale cadrà ucciso in uno scontro a fuoco con i Texas Rangers.
Del 1956 è invece I tre fuorilegge del regista Sam Newfield in cui si narrano le vicende dei tre banditi Butch Cassidy, Sundance Kid e Will Carver; Cassidy compare poi da solo nella commedia Cat Ballou per la regia di Elliott Silverstein, in cui il protagonista è un anziano Butch Cassidy che si è ritirato a gestire un saloon ad Hole in the Wall.
Ma sarà solo nel 1969 che il nome dei due banditi verrà reso celebre con il film di George Roy Hill Butch Cassidy, questo film si può considerare un capolavoro sia per l’alto incasso al botteghino secondo solo a Balla coi lupi di Kevin Costner, con ben quattro oscar vinti. In questo film i due fuorilegge sono due scanzonati e simpatici compagnoni, con battute memorabili, gag, situazioni brillanti grazie anche alla coppia dei due protagonisti Paul Newman e Robert Redford che non rappresentano più due fuorilegge ma lo spirito libertario e la ribellione sessantottina. I due sono amicissimi anche se uno agli antipodi dell’altro condividono l’amore della stessa donna Etta Place, la sortita finale del film armi in pugno rappresenta l’ingenuità con cui si affrontano i tempi che cambiano e il destino.
La bravura di Hill sta nell’amalgamare nel finale il tono da commedia con la drammaticità del finale riassunto tutto con il famoso fermo immagine della sortita che non fa capire al pubblico che i due banditi circondati dai ranger boliviani troveranno la morte, al fermo immagine si accompagna il rumore degli spari che elimina sia il lato mitologico che realista dato che anche quello che si assiste in questo film nonostante quanto riportato nella didascalia iniziale è accaduto veramente. Il film funziona in tutto partendo dalla fotografia, al ritmo generale, le battute dei due protagonisti, le musiche e le sequenze indimenticabili che danno un senso malinconico di trapasso dei tempi unita a condivisione della mancata presa di coscienza dei due fuorilegge i quali non si rendono conto oppure non vogliono accettare la fine di un mondo per un mondo più duro che non concede nulla. Il film è una tragicommedia che resta nel cuore per la ribalderia dei due protagonisti più che per il finale drammatico dei due protagonisti che in realtà non erano che dei fuorilegge e dei criminali.
Dieci anni dopo il successo di George Roy Hill, Richard Lester nel tentativo di rivitalizzare l’interesse del pubblico per i due fuorilegge realizza il prequel Il ritorno di Butch Cassidy, il cui esito al botteghino non fu molto buono nonostante la scelta di due ottimi attori somiglianti ai precedenti Tom Berenger e William Katt, colti quando erano giovani e ai primi passi nella carriera di rapinatori di banche e di treni.
Nel 2006 le gesta del trio vengono riproposte in un film televisivo dal titolo The Legend of Butch & Sundance diretto da Sergio Mimica Gezzan e con l’interpretazione di David Clayton, Ryan Browning e Rachelle Lefebre nei ruoli principali, per il grande schermo bisogna attendere il 2011 con il film crepuscolare e demitizzante Blackthorn – La vera storia di Butch Cassidy, diretto da Mateo Gil ci mostra un Butch Cassidy che è sopravvissuto all’assedio dei soldati boliviani, dopo essere stato catturato e recluso per venti anni in Sudamerica, il Butch Cassidy del film di Gil è un uomo perseguitato dal senso di colpa per aver ucciso Sundance. Ciò che desidera è tornare negli Stati Uniti per conoscere la figlia avuta dalla defunta moglie Etta Place, trova il modo di fuggire dal carcere accettando un lavoro per conto di un ingegnere minerario senza scrupoli che ha sottratto i soldi alla compagnia mineraria per la quale lavora. Il bottino in realtà sono le paghe dei minatori sottratte dall’ingegnere minerario il quale sfrutta Butch Cassidy per fare ricadere la colpa del furto su di lui. Le cose però non vanno come previsto perché Butch dopo avergli sparato lo lascia ferito alla mercé degli inseguitori dopodiché si avvia verso le montagne ma non ci è dato di sapere se riuscirà a raggiungere gli Stati Uniti. C’è anche una filmografia dedicata a Etta Place con delle produzioni televisive incentrate sulla sua vita dopo la vicenda boliviana di Butch Cassidy e Sundance Kid ma lontane da ogni verità storica.