Si può tranquillamente essere colti da quella che Umberto Eco ha chiamato “vertigine della lista” leggendo Pornage. Viaggio nei segreti e nelle ossessioni del sesso contemporaneo (Ed. Il Saggiatore, pp. 312, euro 19), saggio in cui la giornalista Barbara Costa passa in rassegna, con zelo certosino e competenza indubbia, le innumerevoli diramazioni che la sessualità può prendere quando ha modo di esprimersi senza briglie. In concreto o anche solo sul piano dell’immaginazione, perché va detto che le attività di cui il libro si occupa rimangono sovente al livello di fantasie, tutt’al più visualizzate – e quindi passivamente fruite – per mezzo della pornografia. Il porno e le sue mille categorie e sottocategorie, rese dal web accessibili a chiunque, sono in effetti tra gli argomenti principali del libro, a riprova che l’eros è oggi, molto spesso, una faccenda virtuale. Ciò non toglie che, come documentato dall’autrice, proprio la rete abbia enormemente facilitato la vita di chi desideri un approdo reale per i propri orientamenti e i propri feticismi (la Costa respinge il vocabolo “perversione” e la sfumatura negativa che gli è associata): tra i più insoliti vi sono la findom (il piacere erotico provato da alcuni uomini nel farsi rovinare economicamente da una donna) e il diaper love, l’eccitazione derivante dall’indossare un pannolino pur non avendone alcun bisogno. Ci son più cose in cielo e in terra, diceva Amleto…