• Home
  • Il Clan
  • Privacy Policy
  • Contatti
giovedì 12 Giugno 2025
No Result
View All Result
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Cinema
  • Parola ai lettori
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Cinema
  • Parola ai lettori
Barbadillo
Home Cultura

Musica (di P. Isotta). Senza Montserrat Caballè siamo tutti più soli

by Paolo Isotta*
8 Ottobre 2018
in Cultura
0

 Qualche volta Montserrat Caballè si presentava impreparata. Ce n’è un esempio: l’incisione del Turco in Italia di Rossini diretta da Riccardo Chailly. Canta in modo supremo la grande Aria, Squallida veste bruna; nel resto si percepisce che quasi legge a prima vista. “Vedi”, mi disse al riguardo il maestro Siciliani, “quando un direttore d’orchestra non ha la preparazione né l’autorità per imporre il rispetto della musica, i cantanti fanno il cazzo che vogliono!”

Ho voluto citare il solo difetto di questa sublime artista. Per farne l’elogio come merita. E per fortuna, anche quando il ricordo di chi l’ha vista in scena svanirà con le loro persone, le registrazioni prese durante le recite, e le incisioni – la Caballè ha lavorato con grandissimi direttori: Patanè, de Fabritiis, Prêtre, Mannino, Boncompagni, Gelmetti – restano fra le testimonianze musicali più alte del Novecento. Ha lavorato anche con direttori esperti se non grandissimi, che sapevano sopperire a qualche sua défaillance di memoria senza avvilire la musica.

La Catalogna, patria di Montserrat, ha una profonda cultura musicale, superiore a quella castigliana. Il Palau de la Música di Barcellona, la sala da concerto progettata dal geniale architetto Montaner, meraviglia del Liberty, s’inaugurò con la Grande Messa Solenne di Bach: lo recita orgogliosamente una lapide ai piedi dello scalone. Non solo la Caballè ebbe studî musicali profondissimi al Conservatorio della sua città: il legame catalano con la cultura musicale tedesca la portò a fare in gioventù la comprimaria nella provincia germanica. Ne acquisì una perfetta articolazione del tedesco – come dell’italiano e del francese, e del latino … – che ne ha fatto una delle più grandi Salome di Strauss: il lirismo, il timbro, il “vibrato” della sua voce, unite al superbo dominio musicale, la rendono superiore alle stesse Birgit Nilsson, Leonie Rysanek, Inge Borkh, come mostra l’incisione diretta da un padreterno come Erich Leinsdorf. Glie l’ho intesa interpretare anche a teatro: era così spiritosa che si trascinava l’ingente mole per il palcoscenico per interpretare la filiforme necrofila di Oscar Wilde con assoluta disinvoltura. E varrebbe ascoltarla anche in alcuni dei più difficili ruoli di Wagner: non solo Isolda e Brunilde, ma le due parti di Venere ed Elisabetta nel Tannhäuser, che dei capolavori di Wagner è il più arduo per direttore e interpreti.

Era una così grande musicista da possedere un repertorio enorme. Non si contano le Opere rare alla rinascita delle quali contribuì con la sua partecipazione: che una Diva le canti rappresenta un avallo presso il pubblico e gli organizzatori, pigri e consuetudinarî. Non voglio parlare solo di Rossini e Donizetti. I cantanti, generalmente parlando, sono ignoranti e a-musicali, puntano solo ad accumulare il maggior numero possibile di recite per l’incubo di farsi una posizione prima che la voce non se ne sia andata. La Caballè apparteneva alla razza di Renata Tebaldi, di Anita Cerquetti, di Maria Callas, di Magda Olivero, di Ilva Ligabue, di Teresa Berganza, di Mariana Nicolesco, di Alfredo Kraus, di Carlo Bergonzi, di Bonaldo Giaiotti, di Nicolai Gedda,  Francisco Araiza, di Ugo Benelli: grandi musicisti dotati di somma tecnica, di cultura musicale, di amore per la musica e di curiosità. Dove ne trovate un’altra che studia e interpreta straordinariamente Les Danaïdes di Salieri e il Démophoon di Cherubini, che sono i capolavori della Tragédie Lyrique della seconda metà del Settecento? Dove ne trovate un’altra che passa dalla Tosca e dalla Liù – suprema – di Puccini alla Dido and Aeneas di Purcell, al Giulio Cesare di Händel, ai Mottetti di Vivaldi, all’Armide di Gluck? Una ch’è del pari autorevole e affascinante in Mozart, in Massenet – che i cretini giudicano un compositore di seconda categoria – in Bellini e Verdi?

Ella possedeva fiati lunghi e un fraseggio che naturalmente asseconda la frase musicale; il suo “appoggio”, il suo timbro, la qualità del “legato”: ciò faceva meravigliosa la sua interpretazione; ma tali sono le qualità di ogni vero grande cantante. Ecco perché non si deve confinare Montserrat nella equivoca categoria del “Bel Canto”: categoria inventata dagli appassionati del virtuosismo vocale fine a se stesso. Le fiorettature vocali sono presenti presso tutti i grandi autori classici: ma sono sempre concepite secondo un piano drammatico, espressivo, persino costruttivo in senso musicale. La musica fatta per il solo sfoggio di virtuosismo – e ne esiste, nel Settecento e nell’Ottocento – è di bassa categoria. Oggi questo viene percepito poco e male. Infatti la protagonista della Traviata passa per un soprano leggero, mentre è un soprano drammatico di coloratura, un ruolo addirittura eroico – col quale Verdi sfida tutta l’ipocrisia borghese del tempo suo. Ma si deve ascoltare Violetta impersonata da lei, e dalle grandi colleghe che sopra ho citate, per cogliere ciò: le Traviate oggi in circolazione fanno ridere – e piangere.

Rossini e Donizetti. La rinascenza di questi Maestri – Rossini di là dalle Opere comiche – incominciò prima della guerra; e si è attuata dagli anni Sessanta in poi; purtroppo i cretini, all’americana, la chiamano Rossini-renaissance e Donizetti-renaissance, con ciò sporcandola e rendendola odiosa. La Caballè ha un merito fondamentale in questo indispensabile movimento di cultura storica. Quale fu la rivelazione de La donna del lago cantata da lei! Dell’Ermione! Della Semiramide! E dell’Elisabetta nel Devereux di Donizetti, della Bolena e Stuarda dello stesso Autore!

La Germania, la Francia, e il suo paese, le debbono molto. Ma noi, più di tutti. Si è consacrata non al “Bel Canto”: alla civiltà italiana per decennî, fedelmente, inalterabilmente. Vale ancora, questo, in Italia?

www.paoloisotta.it

@barbadilloit

*Da Il Fatto Quotidiano del 7.10.2018

Paolo Isotta*

Paolo Isotta*

Paolo Isotta* su Barbadillo.it

Visualizzazioni: 0
Tags: Alfredo KrausAnita CerquettiBonaldo GiaiottiCarlo BergonziIlva LigabueMagda OliveroMaria CallasMariana NicolescoMontserrat CaballemusicaNicolai GeddaRenata TebaldisopranoTeresa BerganzaUgo Benelli Francisco Araiza

Related Posts

Riviste. Il nuovo Diorama Letterario: Tarchi analizza gli “Anni distruttivi”

Arriva il nuovo numero di Diorama Letterario (rivista di Marco Tarchi)

12 Giugno 2025
Mostre. A Genova (fino al 15 giugno) l’esposizione “I 16 Eroi di Premuda”

Mostre. A Genova (fino al 15 giugno) l’esposizione “I 16 Eroi di Premuda”

12 Giugno 2025

Il ritorno di Mark Knopfler, autodidatta, con la chitarra fa di tutto. E lo fa bene

Arte rarefatta di Evola e suoi saggi consigli a un ventenne del ’72

Praga: Rodolfo II salva l’astronomo Tycho Brahe dall’inquisitore

Il principio femminile e il sacro nella storia dell’Occidente secondo Lopane

“Le tre età della Fiamma” di Marco Tarchi il 13 giugno a Perugia

Perché la biografia “Louis-Ferdinand Céline” di Bardèche è un libro prezioso

Il ricordo. Giuseppe Parlato storico di talento più forte delle ostilità ideologiche degli azionisti antifascisti

Più letti

  • “C’è ancora domani”, tutte le sbavature nel film di Cortellesi

    “C’è ancora domani”, tutte le sbavature nel film di Cortellesi

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • La polemica. Al film della Cortellesi preferiamo l’epopea della Magnani in “Onorevole Angelina”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Salviamo il Comandante Todaro: mito e realtà di un eroe italiano (senza buonismo)

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • In “The Penitent” di Barbareschi la religione è nel mirino degli lgbt

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • La vita romanzesca di Edda Ciano Mussolini tra amore, odio e perdono

    0 shares
    Share 0 Tweet 0

Seguici su Facebook

Siti amici

  • 10 righe dai libri
  • Appennini di Gian Luca Diamanti
  • Arianna Editrice
  • Associazione Eumeswil Firenze
  • Calcio e statistiche
  • Diretta.it
  • Eclettica edizioni
  • Finanza Sexy
  • Hamelin Prog – Progressive Rock Magazine
  • Il blog di Roberto Perrone
  • Il diario del gigante Paolo Isotta
  • L'eminente dignità del provvisorio
  • linkiesta
  • melascrivo
  • Polémia
  • Rivista Visio
  • SilviaValerio.it
  • Storia in rete
Facebook Twitter Instagram

“All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per riparsi durante un tifone, o per riposarsi e amare”.
Hugo Pratt

Barbadillo è un laboratorio di idee nel mare del web che, a differenza d’altri, non naviga a vista. Aspira ad essere un hub non conformista, un approdo libero nel quale raccogliere pensieri e parole e dove donne e uomini in marcia possono fermarsi a discutere insieme di politica, ecologia, musica, film, calcio, calci, pugni e rivoluzione.

Ultimi articoli

Riviste. Il nuovo Diorama Letterario: Tarchi analizza gli “Anni distruttivi”

Arriva il nuovo numero di Diorama Letterario (rivista di Marco Tarchi)

12 Giugno 2025
Mostre. A Genova (fino al 15 giugno) l’esposizione “I 16 Eroi di Premuda”

Mostre. A Genova (fino al 15 giugno) l’esposizione “I 16 Eroi di Premuda”

12 Giugno 2025
Segnalazione. Per gli specialisti la modernità porta guai: ora studiano come ricreare le città

Segnalazione. Per gli specialisti la modernità porta guai: ora studiano come ricreare le città

12 Giugno 2025

Ultimi commenti

  • pasquale ciaccio su La stanza dell’ospite. I “buoni” che censurano i fatti, se li urtano
  • Roberto Rossi su Il ricordo. Giuseppe Del Ninno intellettuale libero tra cinema e Nuova Destra
  • Guidobono su La stanza dell’ospite. I “buoni” che censurano i fatti, se li urtano
  • Guidobono su Voglia di diventare genitori, oltre la crisi demografica
  • Guidobono su Voglia di diventare genitori, oltre la crisi demografica
  • Guidobono su Voglia di diventare genitori, oltre la crisi demografica
  • Sandro su Segnalazione. Le Parigi di Drieu La Rochelle nel saggio edito da Bietti

with by amdotcom

No Result
View All Result
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Cinema
  • Parola ai lettori
Questo sito utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione. Se continui nella navigazione acconsenti all'uso dei cookie.OkLeggi di più