Altro che coerenza. Sul reddito di cittadinanza il M5s ha tradito le promesse elettorali. Non ci sono dubbi, i primi dati stanno arrivando. “Può stimolare l’amore” avevano detto, salvo poi fare una passo indietro su Bacco, tabacco e Venere. No alle sigarette. Mamma mia. Ma come si fa a fare all’ammore senza una boccata post orgasmica da aspirare a pieni polmoni. E che caspita (per non dire altro!).
Ma soprattutto: che diamine te ne frega a te, Giggino Di Maio, di come spendo i soldi che mi dài. Il reddito con il freno a mano non si era mai visto manco in Unione sovietica.
L’elargizione moralista, perché mai? In fondo, se spendi dal tabaccaio non alimenti pur sempre i consumi, non aiuti l’occupazione, non permetti a degli onesti lavoratori di pagare Inps e Irpef? Stessa cosa vale perché lavora in un sexy shop, anche quelle cifre fanno crescere il Pil. È vero, tra il pil e il pelo il passo è breve. Vivaddio. Invece no, Giggino con una mano dà e con l’altra bacchetta. Se lo scopo era quello di contrastare il dilagare incontrollato di onanisti e affini, c’era bisogno di tutta sta manfrina con l’Europa, con lo spread che sale e il testosterone che scendo fin sotto il tappeto. Almeno sulle sigarette, ripensateci. Ma anche su altro. Perché anche gli assistiti di Stato meritano un coito ben apparecchiato.