“I lavoratori si stanno rivoltando contro le élite e le istituzioni dominanti che li hanno puniti per una generazione”. Non lo ha detto altri che Noam Chomsky. In un’intervista rilasciata al Manifesto, il professore emerito del Mit che il Guardian ha inserito (con la Bibbia e Marx) tra le “dieci fonti di cultura più citate di sempre”, spiega a chiare lettere quanto sta accadendo nel mondo occidentale: “C’è stata una crescita economica e un aumento della produttività ma la ricchezza generata è finita in pochissime tasche, per la maggior parte a istituzioni finanziarie predatorie che, nel complesso, sono dannose per l’economia”.
Non basta perché la questione è seria e investe gli assetti economici, democratici e sociali così come li conosciamo: “In Europa è accaduto più o meno lo stesso – asserisce Chomsky -, in qualche modo anche peggio perché il progresso decisionale su questioni importanti si è spostato sulla Troika che un organismo non eletto. I partiti di centrodestra/centrosinistra si sono spostati a destra abbandonando in gran parte gli interessi della classe lavoratrice”. Ciò ha portato a una sola conseguenza e all’insorgenza di un malcontento fortissimo che si esprime nell’esplosione della rabbia, della frustrazione e della caccia al capro espiatorio.