Forza Italia riparte da Everest. La kermesse azzurra, che come da tradizione recente eppure già consolidata si tiene a Giovinazzo in Puglia, ha accolto dirigenti, parlamentari, militanti e simpatizzanti del partito azzurro.
I temi sul tavolo, come le posizioni espresse dalle componenti del partito, sono tanti. Le suggestioni politiche, al tempo del distacco con la Lega di governo insieme ai Cinque Stelle che ha messo in crisi il modello bipolare del centrodestra, sono tante. Uno dei nodi gordiani è proprio questo: quale rapporto avere con Salvini e i suoi? È divorzio oppure il centrodestra, che rimane un “orizzonte”, va tutelato e difeso a ogni costo?
Se dalla base l’affezione verso Salvini pare crescente, e si parla già di una nuova corrente “Forza Salvini”, i dirigenti frenano. Le frecciate, anche puntute, non mancano. C’è chi, dal palco, rivendica a Forza Italia la paternità di alcune delle proposte elettorali che hanno sancito il trionfo leghista, parlando anche di una sorta di scippo politico. Su tutte, la flat tax.
Mara Carfagna, ex ministro e oggi vicepresidente della Camera dei Deputati, lo ha detto a chiare lettere: “Non moriremo salviniani, non saremo maggiordomi in casa d’altri”. Un pugno di parole che nasconde concetti profondi: la vocazione maggioritaria di Forza Italia, quella che per anni ha tenuto insieme il centrodestra e svolto le funzioni di faro nei governi Berlusconi, non va abbandonata. Pertanto, l’ipotesi – pur ventilata più o meno sottovoce da settimane – relativa all’idea di un partito unico in grado di federare tutte le anime del centrodestra in un’unica compagine elettorale non piace alla Carfagna che, anche dalle sue piattaforme social, rilancia la sua posizione: “Non ci servono dirigenti perplessi e dubbiosi, che inseguono altri partiti, invidiano altri leader, oppure praticano furbescamente la doppia fedeltà sui territori. Vadano pure, si imbarchino, e poi vengano a raccontarci com’è andata”.