Un episodio di cronaca monopolizza, da questa mattina, il dibattito politico italiano. Nonostante le smentite degli inquirenti – che nulla tolgono alla gravità solenne dei fatti -, da diverse parti si agita l’aggressione all’atleta Daisy Osakue come clava politica contro il governo, accusato di lucrare, politicamente, sulla recrudescenza del razzismo. E, dall’altro lato della barricata, dà la stura a decine e decine di commenti evitabili. La questione dell’imbarbarimento del confronto politico non ci può appassionare, eppure dobbiamo trattarne. (barbadillo)
A forza di urlare “Al lupo (razzista)! Al lupo (razzista)!” chi pensa che una vittima di colore sia in quanto tale sempre vittima di razzismo rischia di ottenere l’effetto opposto da quello desiderato.
Una ragazza cammina al bordo della strada in una notte di Luglio a Moncalieri. Una macchina si avvicina, la punta; dal finestrino viene lanciato un uovo che la colpisce in pieno volto, si frantuma, una scheggia le entra nell’occhio. Un gesto vandalico, berciante, degno dei peggiori cretini. C’è altro da aggiungere?
Nell’Italia del pensiero unico, pare di sì. C’è da chiedersi: la vittima è di colore?
In caso di risposta affermativa, è necessario aprire un’indagine aggiuntiva. La mano che lancia l’uovo, infatti, potrebbe essere quella di un razzista.
Non voglio sminuire, è giustissimo comprendere le dinamiche e le motivazioni – ammesso che simili individui siano in grado di pur minima logica – ma di fermarsi a riflettere, di approfondire per davvero pare che nessuno abbia molta voglia.
Non ne ha avuto voglia certamente Renzi, che ha subito twittato la propria solidarietà alla ragazza “selvaggiamente picchiata” da un gruppo di razzisti, con ciò dimostrando di non aver neppure raccolto le basilari informazioni dell’evento in questione, limitandosi a strumentalizzarlo istantaneamente.
E paiono di non aver molta di approfondire neppure gli indignati di professione, costretti a una reazione automatica in base al colore della pelle della vittima in questione. “Lancio di uova + vittima di colore = razzismo”, è la formula specifica dell’equazione più generale per la quale
qualsiasi evento aggressivo/negativo + vittima di colore = razzismo
Così giù di commenti, vesti stracciate per l’evidente strisciante razzismo che due mesi di governo gialloverde hanno saputo instillare nei cuori degli italiani. Nessuno che si sia preso di registrare quanto hanno detto le forze dell’ordine locali, e riportato da Repubblica – non una testata gialloverde, non il satanico Salvini, bensì Repubblica:
“Nei giorni scorsi però, spiegano gli investigatori, la stessa auto era già stata segnalata per episodi analoghi di lanci di uova sui passanti. Un primo episodio era avvenuto nella notte tra il 14 e il 15 luglio in strada Sanda 47 Moncalieri. Un pensionato ha segnalato il lancio di uova contro la sua abitazione. Il secondo il 25 luglio intorno alle 23.30. Tre donne sono state colpite al braccio da uova lanciate da un’auto in corsa (la stessa di stanotte), mentre uscivano da un ristorante di strada Genova ancora a Moncalieri.”
Insomma, si tratta appunto di comunissimi idioti, diffusi dall’alba dei tempi e purtroppo non in diminuzione anzi, parrebbe in rapido aumento. Ma il razzismo è una cosa diversa e ben più grave.
Ci sarebbe quasi da pensare che i razzisti siano proprio quelli che urlano al razzismo appena vedono il colore della pelle, senza verificare circostanze o altro, perché il punto del razzismo è proprio che non conta il cosa e il come ma soltanto il chi. Se le uova fossero state tirate a qualche fascista, sarebbero state bombe a mano di libertà. Se le avessero tirate a Salvini, i frombolieri sarebbero stati candidati in parlamento (senza venire eletti, considerate le percentuali sinistre…).
Ma non arriviamo a questo. Crediamo che moltissimi dei nostri amici che non hanno saputo resistere a commentare e ripostare la notizia senza nemmeno degnarsi di leggere due righe di articolo siano gli stessi che si lamentano della superficialità e dell’ignoranza sui social; pensiamo che moltissimi dei nostri amici che esprimono solidarietà alla ragazza “selvaggiamente picchiata” siano gli stessi che si battono quotidianamente contro le fake news postando video, meme, screenshot di questo o quel maitre à penser.
Non sono razzisti, e nemmeno in cattiva fede, ma semplicemente degli ipocriti.
Solidarietà alla giovane e brava Daisy, vittima di qualche idiota.