Roma non è solo di pietra, è anche di carta, delicata come l’immagine che ne danno i tanti intellettuali che l’hanno vissuta. In Roma di carta: guida letteraria della città (Il Palindromo, 2017) Raffaello Palumbo Mosca ci accompagna alla scoperta della città con guide d’eccezione: da Gabriele D’Annunzio e, prima di lui, Stendhal o Goethe a Pier Paolo Pasolini e Marco Lodoli.
Racconti romani
Roma di Carta non si limita ad elencare, come fanno fin troppe guide turistiche, i caffè intellettuali (Il Caffè Greco su Via dei Condotti, per esempio) e le dimore dove alloggiarono i grandi della cultura italiana e europea. In sei capitoli, dedicati ad un aspetto della cultura romanesca, si racconta la città con la letteratura. Roma è una città magica, incantevole, quasi onirica, come traspare nelle pagine romane de Il Piacere di Gabriele D’Annunzio: nel romanzo, gli amori e la vita bohemiene di Andrea Spinelli hanno inizio a Palazzo Zuccari, nei pressi di Trinità dei Monti, mentre attende l’arrivo di Elena Muti. Roma è passionaria e Stendhal così la ricordava nei suoi diari, narrando dei bulli di Trastevere e delle loro sfide a colpi di coltello. La borghesia godereccia e decadente abita ancora i palazzi dei Parioli, tra le manie e le crisi esistenziali raccontate da Alberto Moravia. Il carattere ruspante e unico dei romani traspare nelle pagine interrogative di Giuseppe Prezzolini o di Giovanni Papini, che cercarono di comprendere la natura di una popolazione così particolare. Le borgate di Pier Paolo Pasolini sono sempre lì: al posto delle baracche si sono i palazzo popolari, ma il degrado non è cambiato. Non tutti amavano Roma. Il marchigiano Giacomo Leopardi mal sopportava il chiasso cittadino e nelle sue lettere ricorda il disgusto per la Città Eterna. Eppure non disdegnava di passeggiare lungo le pendici del Gianicolo, nei pressi di San Pietro in Montorio
Tour letterario
Furono tanti gli intellettuali italiani e stranieri che vissero a Roma o vi soggiornarono: Carlo Emilio Gadda, Carlo Levi, Aldo Palazzeschi, Gioacchino Belli, per citare qualche autore nostrano più noto. Gli anglosassoni, come George Berkely, Henry James o Ezra Pound, o il tedesco Goethe e il francese Stendhal, tra i tanti, rimasero incantati dalla bellezza e dalla storia romana. In molti casi, incantati dalle meraviglie della Città Eterna, decisero di restarvi, venendo adottati dai suoi abitanti. Leggendo i loro romanzi e i diari di viaggio, come ben ricorda Palumbo Mosca, si comprendere l’importanza del mito e dell’idea di Roma per la storia e la letteratura europea (e mondiale). Nessuna città, come la Città Eterna, è stata fonte di ispirazione letteraria e artistica per generazioni di uomini (e donne) di cultura.