Il Foglio sta portando avanti una campagna giornalistica che evidenzia le prossime (possibili) sintonie europee tra En Marche, il movimento tecnocratico del presidente francese Emmanuel Macron e il M5S di Luigi Di Maio. I grillini in Europa non hanno mai dato prova di possedere una identità oltre le battaglie anticasta: sono attualmente con i populisti di Nigel Farage, ma con la Brexit cercano un nuovo tetto. Sono già stati respinti dai liberaldemocratici dell’Alde e adesso qualcuno ipotizza un approdo in una nuova casa da realizzare con i macroniani.
Addio euroscetticismo?
Il movimento di Beppe Grillo ha sempre criticato l’Unione europea e perfino l’euro, salvo frenare ogni posizione estrema dopo il risultato eclatante del 4 marzo. Il dialogo sotterraneo con i macroniani fa comprendere come la mancanza di una ossatura ideologica nel M5S possa in futuro favorire anche approdi impensabili, come l’abbraccio con i sostenitori delle oligarchie affamatrici dei popoli europei.
La lezione per i populisti
Dalla protesta alla proposta: questo il difficile salto che devono fare in fretta le forze che hanno messo in discussione l’establishment italiano, raccogliendo milioni di voti.Se non sarà allestita una piattaforma programmatica con contenuti chiari e tempi ristretti per i primi risultati, diventerà sempre più facile l’opera di demolizione delle istanze popolari promossa dai grandi media da un lato, insieme alla seduzione di parlamentari senza storia e cultura politiche, che potrebbero diventare i nuovi “responsabili” in un governo che avrà l’unico obiettivo di congelare lo status quo. Insomma non basta presentare gli scontrini del bar per cambiare l’Italia ma ci vuole una visione per l’Europa, il Mediterraneo, le multinazionali digitali. la web-politica, il rapporto con il mondo islamico e l’industrializzazione/ambientalizzazione. Senza punti cardinali si corre il rischio di diventare le nuove marionette inconsapevoli del Pensiero Unico.