L’Ugl celebra il suo 68esimo anniversario lanciando la sfida più sentita (e al contempo negata) della contemporaneita: quella della lotta alle diseguaglianze che sta minando il tessuto sociale in quasi tutti i Paesi occidentali.
La ricetta del sindacato è quella di ricreare un’alleanza tra imprese e lavoratori, investire nel welfare contrattuale e ricostruire, così, una fiducia che è ormai lisa.
“E’ necessario porre rimedio alle diseguaglianze sociali» che negli ultimi anni «si sono accentuate» anche «a causa delle scelte politiche» fatte e che hanno aumentato rispetto al passato «la flessibilità del lavoro». Così il segretario generale dell’Ugl Paolo Capone nel suo intervento alla celebrazione dei sessantotto anni dalla nascita del sindacato. Per porre rimedio alle diseguaglianze, ha aggiunto Capone occorre «non solo incentivare l’occupazione, ma anche una più equa distribuzione del lavoro».
«Quello da cui bisogna ripartire – ha aggiunto Capone – è il concetto di una nuova rappresentanza sindacale che sappia contemperare gli interessi delle aziende e dei lavoratori, ma soprattutto dei territori in cui agisce. Una contrattazione di secondo livello, dunque, in grado d’incentivare nuove forme di welfare contrattuale e di promuovere un rinnovato concetto di competitività, basato sulla qualità, sulle competenze e sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, sia in Italia sia in Europa.» Ha concluso il leader sindacale.