Dopo la vittoria elettorale, nella scorsa primavera, del centrodestra, Genova sembra destinata a fare scuola sulla strada della pacificazione nazionale.
Per la prima volta nella Storia della città, l’amministrazione comunale ha partecipato ufficialmente all’annuale commemorazione dei Caduti della Repubblica Sociale Italiana. A rappresentare il Sindaco Marco Bucci alla cerimonia, organizzata dall’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi della R.S.I., Sergio Gambino, consigliere con delega alla Protezione civile, esponente di Fratelli d’Italia, il quale, con tanto di fascia tricolore, ha presieduto alla deposizione di una corona del Comune di Genova sul Sacrario dei Caduti della R.S.I. che ricorda 1600 vittime dell’odio fratricida.
Nel suo discorso il rappresentante del Sindaco di Genova ha definito la presenza dell’amministrazione comunale come “ … un atto di rispetto che non è eccessivo definire storico, perché – è il mio augurio, è il nostro augurio – dice la parola fine ad un’antistorica discriminazione, parlando il linguaggio di una reale pacificazione nazionale di fronte ai caduti della Repubblica Sociale, ai quali per lunghissimo tempo ogni riconoscimento fu negato”.
Ai caduti e dispersi – ha sottolineato l’esponente di FdI – va l’onore delle armi e della nostra memoria, evitando di mischiare i piani della cronaca con quelli della Storia, le contese politiche con l’identità nazionale”.
A conclusione del suo intervento Gambino ha letto alcuni brani tratti dalle lettere di un partigiano e di un soldato della R.S.I., entrambi fucilati nei “giorni dell’odio”, accomunati da un identico amore patriottico.
Dopo la cerimonia presso il sacrario dei caduti della R.S.I. Gambino e altri due consiglieri comunali di FdI hanno portato un fiore sulla tomba di Ferruccio Parri, uno dei capi della lotta partigiana genovese, morto nel 1981. “E’ stata un’ iniziativa che ho condiviso con il presidente del mio partito Giorgia Meloni e con il Sindaco”, ha detto Gambino, sottolineando come sia giunto “ il momento di andare oltre gli anni della guerra civile”, aprendo finalmente una stagione di distensione e di pacificazione nazionale.
Quella di Genova è oggettivamente una tappa importante sulla strada della verità storica, che ricorda, in un contesto locale, ma non per questo meno significativo, l’apertura fatta, nel 2001, dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi allorquando, partendo dal valore fondante della Patria e dell’ identità italiana, segnata dalla tragedia della Guerra Civile, riconobbe che quell’ unità patriottica “ …era il sentimento che animò molti dei giovani che allora fecero scelte diverse, credendo di servire ugualmente l’ onore della propria patria”.
Al fondo – ieri come oggi – la necessità di riconsegnare alla nostra Storia nazionale le valutazioni circa le vicende di quel periodo tragico per l’Italia ed il rispetto verso chi – nel nome della Patria – morì, da una parte e dell’altra della barricata. Un segnale quello lanciato dalla nuova amministrazione genovese che c’è da augurarsi possa veramente fare scuola.