Parigi, o cara! La capitale francese è qualcosa di più di una capitale europea e quindi per definizione una delle più belle del mondo e mese dopo mese escono continuamente libri su questa città definita da Jean Giraudoux “i cinquemila ettari del mondo in cui si è pensato di più, parlato di più, scritto di più”. Non sappiamo se sia proprio così, ma di certo nell’immaginario di tutto il mondo Parigi non è solo una bella città o una bella capitale, o un insieme di ettari dove si sarebbe riunita tanta gente a parlare, scrivere e pensare…
Perché Parigi
Perché? Perché Parigi è tante cose insieme: storia, arte, cultura, “visione mentale”, mode, cinema, poesia che hanno più volte offerto immagini differenti accanto a sogni, eventi veri (la storia) o rappresentati (il cinema, le opere degli impressionisti ecc.). Ecco perché l’editoria non manca mai di sfornare libri e libri sui vari aspetti della città: guide, volumi di storia, fotografici, romanzi che in realtà, al di là della trama, hanno al centro del racconto la Ville lumière. E negli ultimi mesi un’altra ondata di libri è finita sugli scaffali delle librerie.
Ecco la carrellata che fra qualche settimana bisognerà aggiornare. Chi di voi è partito per Parigi aveva in testa la Torre Eiffel, il lungosenna, i bouquinistes, il quartiere latino, la Cattedrale, Les Invalides, il Louvre, il Bois de Boulogne, ecc. ecc. Insomma, dopo aver acquistato la solita guida con indirizzi e brevi note su monumenti, musei, quartieri ecc. si parte alla volta della città. Così, al ritorno, incontrandosi con amici che già sono stati là si confronta non tanto ciò che si è visto, perché più o meno tutti hanno visto le stesse cose, ma soprattutto le emozioni, ciò che è piaciuto di più, l’aneddoto su una cosa strana vista davanti al Beaubourg, l’Etoile così bella e luminosa ecc. Alla fine, la vera Parigi resta sullo sfondo, non vista in profondità, non assaporata, non si sono goduti tutti i colori, gli odori, i rimandi letterari e artistici.
Un libro diverso, attraente e interessante, capace di restituire tutto quello che Parigi ispira e suscita è ora nelle librerie: Storie di Parigi di Franco Ricciardiello (Odoya ed., pagg. 443, euro 22,00). Si tratta di una passeggiata che Ricciardiello, affermato scrittore di fantascienza (Premio Urania 1998) e anche di vari altri generi, compie in una settimana, a piedi, percorrendo 50 chilometri. Ma non è questa la novità: lo fa come se avesse in mente una mappa ipertestuale che mette in evidenza l’arte, la letteratura, il cinema, la musica, e il vissuto vero, quello sotto gli occhi, di Parigi. Partendo da Place Gambetta nel pomeriggio di una domenica e terminando il giro nella mattina del sabato successivo, al quai des Orfèvres, il “passeggiatore” attraversa tutti i venti arrondissement all’incontrario, vedendo quanto di più interessante c’è con l’accostamento di immagini di scrittori, di angoli resi celebri da film, da descrizioni di storici. Non musei e monumenti e basta ma la Parigi vera, quella di Montparnasse, quella intorno alla Torre Eiffel, quella ritratta per sempre nelle pellicole di registi divenuti famosi per le inquadrature che hanno segnato l’immaginario. La butte, i vicoli, i passage, quell’aria particolare, i locali ormai storici che un giorno aggregavano gioventù e artisti. Case dove sono nati grandi scrittori (Proust), dove vi hanno abitato, come in rue Lepic 98 (Céline), o il pugile amante di Edith Piaf (Marcel Cerdan, non Michel, come è scritto erroneamente nel libro…), Jim Morrison sepolto al Père Lachaise e l’albergo dove fu trovato morto, il luogo dove il gran maestro dell’Ordine templare, Jacques de Molay, fu bruciato vivo, i posti dove fu girato Ultimo tango a Parigi… Insomma, un viaggio che va avanti, indietro, che mostra fatti della storia o della letteratura francese, che rimanda a vicende che coinvolgono il rock e la società, la storia e i ricordi di artisti non necessariamente francesi sulla scena a Parigi. Un percorso difficile per superare un labirinto che è labirinto di immagini, di idee, di volti. Come avrete capito non si tratta della semplice guida, pur introducendovi in luoghi belli e non riportati dalle solite guide ufficiali… Se volete scoprire una Parigi insolita ma anche quella che abbiamo in mente quando pensiamo a certe atmosfere, a Maigret e a Godard, è questo il libro che vi rivela segreti e realtà inedite di una città che, diciamocelo, non smette mai di stupire.
Ancora. Raymond Queneau era uno scrittore, drammaturgo e poeta raffinato e collaborò con varie riviste. Fra le decine e decine di libri pubblicati mandò in tipografia uno davvero anomalo e particolare: una guida di Parigi mai scritta prima. Fra il novembre 1936 e l’ottobre 1938 Raymond Queneau, teneva ogni giorno una rubrica sul quotidiano L’Intransigeant nella quale pubblicava tre domande su questioni curiose della capitale francese. C’era di tutto: storia e storie, urbanistica e curiosità, aneddoti ed eventi del passato, toponomastica o semplici fatti di cronaca. Domande varie: quanti archi di trionfo ci sono nella capitale, qual è la strada più ampia, in quale casa visse il tal scrittore e quanti orologi pubblici ci sono in città, fino a domandare qual è il palazzo più antico o che cosa era il Louvre prima d’essere un museo, ecc. Una serie di notizie strane, strambe, che però sollecitavano la curiosità del lettore. Conclusa questa esperienza fra il divertimento e la ricerca urbanistica, Queneau decise di mettere insieme, in un libro, le migliori domande. Guida inusuale ma anche capace di svelare aspetti e particolari della città che altrimenti sarebbe difficile conoscere. Ora l’edizione italiana, Conosci Parigi? (Clichy edizioni, Firenze, pagg. 272, euro 13,00) è nelle librerie.
Insomma una capitale speciale con un suo figlio, Jean Cocteau, che più di una volta ha scritto una dichiarazione d’amore alla città, una città che non è stata per lui soltanto la sua città ma molto di più: Parigi (Piemme edizioni, pagg. 91, euro 14,00) è un insieme di articoli apparsi su varie riviste. Non manca un testo recuperato da un foglio manoscritto. E’ stato inserito in questa antologia che ha un cuore unico grazie alla capacità narrativa dell’autore. Chiude il libro una piccola guida per scoprire vicoli sconosciuti, per perdersi nei dedali di viuzze dei più antichi quartieri e negli angoli meno noti. Cocteau sottolineava che spesso i parigini non conoscono la propria città, vissuta e conosciuta meglio proprio da stranieri, mette in fila una serie di schede per illustrare curiosità che non sempre balzano all’occhio del visitatore. Insomma, un libro che ha lo scopo di permettere di riappropriarsi di una città “incredibilmente elaborata, stratificata, ingarbugliata, sovrapposta, fatta di ombre e di penombre”.
Cocteau non è stato il solo scrittore che ha parlato di Parigi, infatti nel corso dei secoli il mito letterario della città si è sviluppato, diffuso, arricchito da immagini, poesie, viali alberati, figure, testimonianze, scorci scomparsi sostituiti da scorci più belli. E’ la vita quotidiana che costituisce la bellezza e la forza di questa metropoli che in ogni angolo non sembra mai alienante: sia i sobborghi tetri e nudi sia i quartieri ricchi dove le vetrine e i giardini si alternano a palazzi antichi e austeri. Balzac disse che Parigi era “la città dai centomila romanzi” tante erano le storie che ispirava. E ispira ancora. Per fare il punto su quest’aspetto letterario, Riccardo Campi (Il fango e l’oro. Parigi da Voltaire a Breton, Carocci ed., pagg. 118, euro 15,00) docente di Letteratura francese all’Università di Bologna, fra storia e letteratura, analizza la città che ha angoli di fango e luoghi d’oro, che esercita un grande fascino d’avventura, mistero, romanzo. E’ un saggio breve che narra la capitale francese dal ‘700 agli anni Sessanta del secolo scorso, appunto da Voltaire (inizi del ‘700) fino a Breton (morto nel 1966) dal punto di vista letterario, narrando certi scorci della città come erano visti e giudicati dai letterati del tempo.
E se si intende descrivere la provincia, gli umori del popolo francese e delle città e regioni che al di fuori dei venti arrondissement della capitale viene definito in maniera generica “provincia”, soprattutto gli umori alla vigilia delle elezioni, le tensioni sociali ecco un libro che attraversa varie città e cittadine: la giornalista di Repubblica, Anais Ginori (Tour de France, Clichy ed., pagg. 177, euro 15,00) ha tracciato un percorso che mostra, fra cronaca e indagine sociale, quello che accade lontano (ma neppure tanto) dalla scintillante capitale. Non mancano anche capitoletti sui quartieri della capitale e spazio viene lasciato, nelle ultime pagine, a intellettuali francesi che, oggi, incarnano il dibattito e le polemiche che negli ultimi anni stanno attraversando la Francia.