Oltre 120mila italiani sono fuggiti dal Paese lo scorso anno. Fuggono giovani senza speranze di trovare un lavoro che consenta loro di formarsi una famiglia. Fuggono gli anziani che, con le basse pensioni e le alte tassazioni, in Italia non riescono a sopravvivere. Fuggono i disoccupati di lungo periodo e chi non ne può più di precarietà. Fuggono i laureati che in Italia trovano lavori sottopagati e senza alcuna attinenza con gli studi conclusi. Non siamo ancora ai livelli dell’esodo ottocentesco e di inizio Novecento, ma solo perché ci sono meno opportunità nei tradizionali Paesi di sbocco. Ma a fronte di questa situazione il governo italiano pensa solo all’ accoglienza di nuovi schiavi. Braccia al posto di cervelli. Una strategia demenziale o criminale. In ogni caso perdente.
Si abbassa progressivamente il livello della preparazione scolastica per andare incontro alle difficoltà degli allogeni e ci si disinteressa completamente delle necessità degli indigeni. Si costruisce un Paese di somari, in modo da bloccare la fuga all’estero perché gli altri Paesi non sapranno che farsene dei somari italiani. E le mance elettorali, con finte assunzioni e concorsi ridicoli, non cambiano la situazione anche se qualcuno invita a “cambiare la narrazione”, come se la realtà non fosse perfettamente percepita da chi non arriva alla fine del mese.
Per nascondere il disastro reale ci si inventa percorsi di formazione eterni in modo da rinviare sine die il momento del confronto con il mondo del lavoro che non c’è. E quando esiste, è sottopagato. Di fronte a questa situazione disastrosa, però, ci sono giornalisti di servizio che riescono ad evidenziare drammi senza paragoni: Asia Argento annuncia che non tornerà più in Italia se non per le vacanze. Un Paese di camerieri al suo servizio e nulla più. Forse Gentiloni si dimetterà per la disperazione e il bugiardissimo non si candiderà più. Forse la inviteranno ad Arcore per una cena elegante. O forse nessuno se ne accorgerà a parte il giornalista di servizio.