I primi scatti uscirono su un numero di Specchio, settimanale de La Stampa. Era il 1996 e Giorgia Fiorio, nota ai più per le sue partecipazioni a Sapore di Mare e Sapore di Mare 2, si imponeva nel mondo dell’arte visiva come raffinata fotografa..
“Legio Patria Nostra” è parte di Uomini (24 Ore Cultura editore), lavoro che racconta le ultime comunità maschili rimaste al mondo, nella fattispecie gli uomini della Legione Straniera francese del 3° REI (Régiment étranger d’infanterie) in mezzo ai quali la foto-reporter torinese si ritrova imprimere su pellicola volti, attimi di vita, emozioni. Già, è il 1995 e la tela di Fiorio sono rullini in bianco e nero, prezioso archivio che raccoglie un universo a metà fra esotici richiami del passato coloniale francese e un mondo in continua evoluzione verso una modernità che trasforma tanto il reale quanto l’essere dell’individuo. L’Uomo di Giorgia Fiorio ha le fattezze del legionario, del marinaio, del minatore, dell’atleta. Ma, soprattutto, l’Uomo impresso su quei rullini è icona di una diversità ancora impermeabile al costume, alle nuove tendenze e alle insidie del pensiero unico che, confusa forse l’uguaglianza con l’omologazione, ha privato il singolo della sua specificità, unicità e diversificata bellezza.