Anticipiamo un estratto del saggio di Alessandro Amorese, scrittore e storico sugli universitari del Msi: il titolo del volume edito da Eclettica “Fuan. Gli studenti nazionali tra piazze e atenei. Dal Guf al ’68”
Lello Della Bona si considera un prosecutore dell’opera di Petronio, soprattutto nella battaglia contro l’egemonia marxista nella cultura, in ogni ambito. Il Fuan diventa casa editrice (che in un primo momento doveva chiamarsi Continuità): Della Bona vola a Parigi, incontra Gallimard, l’editore di alcuni degli scrittori ‘maledetti’ francesi, i cosiddetti ‘collabò’ e si prende i diritti di alcuni testi che diventeranno, anche in Italia, tra i più importanti libri di riferimento della biblioteca della ‘destra’ culturale. Sono autori, fino ad allora ignorati dall’editoria italiana, che i dirigenti del Fuan hanno imparato a conoscere soprattutto grazie all’arrivo in Italia del libro Romanticismo fascista, nel quale Paul Sèrant ne descrive le vite e le opere. I giovani nazionali dimostrano, anche al partito, che la difesa della cultura è affidata soprattutto all’organizzazione e vogliono indicare quale fosse la strada da seguire. “Non ci bastava più diffondere testi e opere che ci venivano filtrate dal mondo politico e letterario, testi che non avrebbero potuto costituire un corpus organico”(NOTA), spiega Della Bona. Ecco quindi che nascono le Edizioni Caravelle, nome che prendeva chiaramente spunto dall’appartenenza al Fuan-Caravella degli ideatori del nuovo progetto. L’opera scelta per l’esordio nelle rotative fu Lettera ad un soldato della classe ‘40, il testamento spirituale di Robert Brasillach, scritto nel carcere di Fresnes in attesa della fucilazione. La prima edizione con una copertina rossa, di mille copie, va a ruba. La traduzione è a cura di Mario Prisco, con una introduzione di Adriano Romualdi, e tra le 144 pagine viene inserita anche la tragedia Berenice, sempre a cura di Brasillach, che quindi, per la prima volta, arriva in Italia. L’iniziativa è accolta con grande favore, non solo dal mondo studentesco ma da tutto l’ambiente missino. Della Bona fa un primo bilancio sul bollettino della Direzione nazionale del Fuan: “L’iniziativa presa dalla Direzione del Fuan di dare vita a una casa editrice ha riscosso notevole successo. Pur essendo stata lanciata in un periodo non particolarmente favorevole per questo genere di cose, i risultati ottenuti ci fanno sperare bene per il futuro. Questo primo successo ci ha spinto e incoraggiato ad andare più avanti e a continuare su questa strada”. Il Presidente del Fuan elenca anche alcune delle opere in preparazione, come “La verità su Norimberga, traduzione italiana del famoso rapporto Burden; Le riviste della destra italiana, storia e antologia critica del movimento culturale giovanile di destra dal 1945 a oggi; Gavetta nera, una nuova ristampa del romanzo di Bruno Delisi; L’uomo a cavallo, romanzo di Drieu La Rochelle; Guido Pallotta, una raccolta di lettere scritte e discorsi, preceduti da una breve biografia; Josè Antonio Primo de Rivera, saggio con breve antologia di scritti e discorsi. Come vedete, il programma annunciato comporta un notevole impegno da parte della Direzione ed esso potrà riscontrare successo se vi sarà un serio impegno da parte dei gruppi nella diffusione. (…) Della Bona è anche giornalista del «Secolo»: “Chiesi di poter pubblicizzare le nostre uscite sulle pagine del quotidiano e ogni giorno arrivavano richieste. La redazione era sommersa di vaglia di pagamenti da tutta Italia. Ottenni poi di fare quattro pagine culturali proprio dedicate alle uscite librarie. Fummo antesignani in questo. Lo spazio sul «Secolo» ci aiutò molto in questa grande battaglia culturale. Questo Supplemento libri aveva un gruppo di redazione formato da elementi del Fuan, Adriano Romualdi, Mario Caccavale, Mario Prisco e altri”.
Le vendite di Brasillach superarono le diecimila copie e sull’onda di quel successo “ci permettemmo di andare avanti, visto che per la prima uscita garantii io stesso con il mio stipendio” (NOTA), spiega Della Bona. La seconda uscita è Fascismo, socialismo, Europa di Drieu La Rochelle, con una tiratura iniziale di tremila copie. Si passa poi a Celine, “un autore che abbiamo voluto pubblicare con forza, seppur più complesso, sia nelle tematiche che nello stile. Non poteva essere ignorato”.
Quartier generale di questa ed altre iniziative era Viale delle Provincie 155, la sede della Caravella, che, sul proprio periodico di cui peraltro è Direttore responsabile lo stesso Della Bona, illustra così quell’impegno culturale: “Chi volesse analizzare la situazione della cultura in Italia potrebbe essere abbagliato dal prepotere, o dalla prepotenza, della sinistra nel guidare e indirizzare tutti i movimenti culturali di qualche rilievo. Si può trarre insomma l’impressione che non sia possibile oggi stampare un libro, esporre un quadro, avviare una critica artistica, senza che queste iniziative siano avallate dagli uffici di Via delle Botteghe Oscure. In questa radicata credenza c’è ovviamente molta esagerazione; tuttavia la situazione si presenta in questi termini, e il fenomeno è a dir poco sconcertante, se si considera che meno di venti anni fa i comunisti erano ancora quasi unanimemente valutati dei pittoreschi trinariciuti. Solo che bisogna precisare che tale egemonia è di carattere più organizzativo che culturale e che è del tutto falso che non esista forma artistica o scientifica che non abbia carattere marxista. Ne è la riprova la recente rivalutazione in Italia di quel Cèline che, considerato unanimemente uno dei più grandi scrittori del secolo, era stato finora tenuto bellamente in disparte dai nostri esegeti, per i suoi trascorsi non propriamente comunisti. Di fronte a questa situazione, la Caravella sente il dovere di farsi la promotrice di un ravvicinamento del popolo a quella forma di cultura che, ispirandosi a una concezione spiritualista dell’uomo, si riconnette ai più autentici filoni della cultura italiana, da Dante a Michelangelo, a Machiavelli e ai rinascimentali. Per iniziare questo discorso, ci siamo trovati di fronte a difficoltà di ogni genere, dovute soprattutto alla diffidenza interessata degli ambienti ufficiali; ma le nostre iniziative sono state incoraggiate dal lusinghiero interesse degli studenti, che hanno subito capito di trovarsi di fronte a qualcosa veramente nuovo in un ambiente sempre più fatiscente”.
E quindi viene istituita una biblioteca, dove reperire anche autori in Italia ignorati e ostracizzati, e, settimanalmente, sono calendarizzati eventi culturali, da presentazioni di libri a proiezioni di film. Anche nel cinema i ‘francesi maledetti’ sono protagonisti e nel marzo ’65 la Caravella onora, a vent’anni dalla morte (“coronando il suo amaro ideale di suicidio fra le macerie del mondo in cui aveva creduto”), Drieu La Rochelle, organizzando la proiezione di Fuoco fatuo, film tratto dall’omonimo romanzo. A presentarlo interviene Enrico De Boccard, che ne traccia un breve profilo. Il libro di Serant citato in precedenza vede anche il ritorno in una cornice universitaria di Franco Petronio, stavolta in veste di critico letterario, che presentaRomanticismo fascista e ne legge alcuni passi. (…)