La consegna a Paolo Isotta del Premio Isaiah Berlin, riconoscimento intitolato a uno dei maggiori filosofi politici del secolo scorso e conferito ogni anno dall’Università degli Studi di Genova a una personalità del mondo della cultura per i suoi alti meriti, avverrà questa mattina alle 11 a Villa Durazzo, Santa Margherita Ligure.
Alla cerimonia, presente il Sindaco di Santa Margherita Ligure Paolo Donadoni, interverranno il professor Roberto Sinigaglia, presidente del Centro Internazionale di Studi Italiani dell’Università di Genova e il professor Dino Cofrancesco che illustrerà la figura del Maestro Isotta. A chiusura, l’insigne musicologo terrà la lectio magistralis «Per un duplice bicentenario: Ovidio e la musica, Livio e la musica».
Paolo Isotta, nato a Napoli nel 1950, storico della musica, critico e saggista, ha insegnato dal 1971 al 1994 Storia della Musica al Conservatorio di Torino, poi a quello di Napoli. Dal 1974 ha esercitato la critica musicale: per cinque anni al «Giornale» e trentacinque al «Corriere della Sera». A ottobre del 2015 ha abbandonato quest’attività per dedicarsi allo studio, alla lettura e a comporre libri che gli diano l’illusione di scrivere qualcosa di meno effimero di articoli giornalistici.
Le sue opere principali sono: I diamanti della corona. Grammatica del Rossini napoletano (1974), Dixit Dominus Domino meo: struttura e semantica in Händel e Vivaldi (1980), Il ventriloquo di Dio. Thomas Mann: la musica nell’opera letteraria (1983), Victor De Sabata: un compositore (1992), La virtù dell’elefante: la musica, i libri, gli amici e San Gennaro (Marsilio 2014), Altri canti di Marte (Marsilio 2015), Les Vêpres siciliennes: Verdi e il trionfo dell’amor paterno (Zagabria 2015), Otello: Shakespeare, Napoli, Rossini (Napoli 2016), Paisiello e il mito di Fedra (Napoli 2016), Jérusalem: Verdi et la persécution de l’honneur (Liegi 2017). Fuori della musica le sue passioni sono la letteratura latina, con Lucrezio, Virgilio, Livio e Tacito al vertice, la storia romana, Petrarca, Gibbon, Manzoni, Leopardi, D’Annunzio, Flaubert, il teatro popolare in lingua napoletana e i film di Totò. È iscritto al Partito radicale e all’associazione Luca Coscioni. A ottobre, con Marsilio, uscirà la sua nuova opera Il canto degli animali. I nostri fratelli e i loro sentimenti in musica e poesia, un libro alla scoperta dei simboli eterni che in musica e in letteratura accompagnano gli animali.
In passato questo riconoscimento per altissimi meriti culturali è stato assegnato ad Alda, Lidia e Silvia Croce (2002), all’economista Amartya Zen (2003), allo scrittore e autore Moni Ovadia (2004), allo storico Giuseppe Galasso (2005), al sociologo e filosofo Lord Ralph Daharendorf (2006), alla storica Benedetta Craveri (2007), allo scrittore Mario Vargas Llosa (2008), al giornalista Piero Ostellino (2009), al regista Pupi Avati (2010), al filosofo Evandro Agazzi (2011), allo scrittore Claudio Magris (2012), al politologo Giovanni Sartori (2013), al direttore d’orchestra Riccardo Muti (2014), al filosofo Massimo Cacciari (2015) e all’archeologo Andrea Carandini (2016).