• Home
  • Il Clan
  • Privacy Policy
  • Contatti
lunedì 6 Febbraio 2023
No Result
View All Result
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
Home Cultura

“Mamma li turchi!”. Dalle scimitarre dei giannizzeri ai figli degli immigrati, la minaccia turca su Storia in Rete

by Alberto Lancia
22 Luglio 2017
in Cultura
0

La Turchia di Erdogan ha imboccato una duplice strada: l’esaltazione delle radici religiose islamiche contro il laicismo e quella del passato imperiale ottomano contro il kemalismo nazionale. A ricordarci cosa furono questi due aspetti del mondo turco nei confronti dell’Europa è un lunghissimo dossier sul numero estivo di Storia in Rete, il mensile diretto da Fabio Andriola. Partiti da un piccolo feudo in Anatolia, i turchi ottomani dilagarono a est e a ovest, conquistando lo spazio geopolitico fra Danubio e Mesopotamia che fu già di Roma e di Bisanzio e proclamandosi come prosecutore di quell’esperienza imperiale. Un’Impero – tuttavia – declinato nel segno dell’Islam, che aggredì l’Europa cristiana e per tre secoli ne fu il principale nemico.

Invasioni, schiavismo, imperialismo – tutte accuse che normalmente vengono gettate sugli europei – furono invece le costanti del rapporto fra la Costantinopoli ottomana e la Cristianità dal 1300 al 1800, quando il Vecchio Continente fu finalmente di nuovo abbastanza forte da rovesciare di segno la freccia dell’espansionismo ed erodere – parzialmente e temporaneamente – le terre strappate alla Cristianità fin dalle primissime invasioni islamiche arabe.

Storia in Rete analizza questo rapporto conflittuale, che tratteggia un’Europa “vittima” (quantomeno secondo i canoni di “buono” e “cattivo” che vanno per la maggiore nel mainstream, e che questa testata ha sempre rifiutato) e sulla difensiva, che contraddice le convinzioni più diffuse. Ovvero che gli imperialisti e gli schiavisti eravamo (solo) noi e che l’ondata di reflusso che l’Europa subisce dalla metà del XX secolo è “moralmente meritata”. Oggi l’Europa è inerme davanti a un’invasione etnica dichiarata (è Erdogan stesso che parla agli emigrati turchi, incitandoli a far figli in territorio europeo: le scimitarre dei giannizzeri hanno ceduto il posto ai ventri delle madri turche) perché non ha gli strumenti di conoscenza storica e consapevolezza del passato oltre le dicotomie “buono” e “cattivo” da film hollywoodiano. Questo lungo dossier fornisce argomenti, dati, elementi per ricostruire una coscienza di “chi siamo noi”. E magari aiutare a capire perché certe meccaniche di rapporto fra Stati e popoli oggi non sono né “inevitabili” né “spontanee”, ma seguono logiche profonde, reversibili e comunque già viste nella storia (basta conoscerla…).

Il numero estivo di “Storia in Rete” comunque offre molto altro: dal dibattito sempre più infuocato fra “risorgimentalisti” e “neoborbonici”, con Pino Aprile e Pierluigi Romeo di Colloredo che intrecciano le armi dialettiche a tre inquietanti dossier su quella storia infinita che sono le ultime ore di Mussolini: una inedita confessione di Walter Audisio, il “Colonnello Valerio”, sedicente “giustiziere” del Duce, che dichiara di aver ucciso il dittatore e Claretta dentro Villa de Maria per poi inscenare una finta esecuzione pubblica sul cancello di Villa Belmonte (quello che per anni hanno sostenuto Pisanò, Bandini e Andriola, e altrettante volte è stato recisamente, rabbiosamente negato dai partigiani e dagli storici “ufficiali”); la vicenda degli oscuri legami fra Leo Valiani e i servizi segreti britannici, che può aver allungato i suoi tentacoli fino alla “sentenza di morte” con cui venne deciso di liquidare rapidamente e senza processo pubblico Mussolini; infine una perizia sulle fotografie che un anno fa vennero pubblicate proprio da “Storia in Rete” e che sembravano dimostrare la presenza dell’agente USA Valerian Lada-Mocarski a Dongo proprio il giorno dell’uccisione di Mussolini. Un’analisi approfondita che dimostra la falsificazione di due di quegli scatti, e che spalanca un nuovo abisso di domande: chi e perché aveva interesse a millantare la presenza a Dongo di Lada-Mocarski? Perché a distanza di oltre 70 anni un ex agente dell’OSS invia a dei ricercatori in Europa delle foto falsificate su un suo ex collega? Un nuovo fronte si apre in quella che appare come una intricatissima spy story che fa impallidire le trame dei migliori giallisti di sempre.

@barbadilloit

Alberto Lancia

Alberto Lancia

Alberto Lancia su Barbadillo.it

Tags: costantinopoliCristianitàDongoerdoganimmigrazioneImpero OttomanoLeo ValianimussoliniNeoborbonicinoi e lororesistenzaRisorgimentoStoria in Reteturchia

Related Posts

La rivista “Fuoco” in convegno su “Se questo è l’uomo” tra pensiero unico e metaverso

La rivista “Fuoco” in convegno su “Se questo è l’uomo” tra pensiero unico e metaverso

1 Febbraio 2023
Perché rileggere le riflessioni sulla spiritualità  di Nikolaj Berdjaev

Perché rileggere le riflessioni sulla spiritualità di Nikolaj Berdjaev

1 Febbraio 2023

La fenomenologia dei 56 anni nelle morti mitiche: da Romolo a Dante Alighieri e Pascoli

La Chiesa, la fede e i falsi moralisti-moralizzatori

Segnalibro. L’occulto e l’insolito quotidiano della nostra coscienza

I nuovi romanzieri? A Torino arriveranno dalle case popolari

Riviste. Il nuovo numero di “Partecipazione” tra sindacato, corpi intermedi e Mare nostrum

“La società senza dolore” e l’uomo che rifugge dalla realtà (e dalla vita)

Musei. Perché visitare l’Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio

Più letti

  • L’intervista.  Goikoetxea: “Il fallo su Maradona? La mia croce”

    L’intervista. Goikoetxea: “Il fallo su Maradona? La mia croce”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Il caso. L’errore di restituire i marmi dei Musei Vaticani alla Grecia

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Segnalibro. “Eurasia” e l’attuale ciclo politico dell’Europa

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Difesa. La memoria del cordiale in bustina (simbolo di un’Italia che non c’è più)

    33 shares
    Share 33 Tweet 0
  • Fenomeno Cognetti, le otto montagne in ciascuno di noi

    0 shares
    Share 0 Tweet 0

Seguici su Facebook

Siti amici

  • 10 righe dai libri
  • Appennini di Gian Luca Diamanti
  • Arianna Editrice
  • Associazione Eumeswil Firenze
  • Calcio e statistiche
  • Diretta.it
  • Eclettica edizioni
  • Finanza Sexy
  • Hamelin Prog – Progressive Rock Magazine
  • Il blog di Roberto Perrone
  • Il diario del gigante Paolo Isotta
  • L'eminente dignità del provvisorio
  • linkiesta
  • melascrivo
  • Polémia
  • Rivista Visio
  • SilviaValerio.it
  • Storia in rete
Facebook Twitter Instagram

“All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per riparsi durante un tifone, o per riposarsi e amare”.
Hugo Pratt

Barbadillo è un laboratorio di idee nel mare del web che, a differenza d’altri, non naviga a vista. Aspira ad essere un hub non conformista, un approdo libero nel quale raccogliere pensieri e parole e dove donne e uomini in marcia possono fermarsi a discutere insieme di politica, ecologia, musica, film, calcio, calci, pugni e rivoluzione.

Ultimi articoli

La “Terza Via” produttivistica

La “Terza Via” produttivistica

6 Febbraio 2023
“No time to die”: la debolezza di Bond al tempo della cancel culture

Segnalibro. James Bond ha 60 anni (ma non li dimostra affatto)

5 Febbraio 2023
“Vaincre ou Mourir”, il successo del film sul genocidio in Vandea

“Vaincre ou Mourir”, il successo del film sul genocidio in Vandea

6 Febbraio 2023

Ultimi commenti

  • Guidobono su Segnalibro. James Bond ha 60 anni (ma non li dimostra affatto)
  • Ferna.. su Focus. Il Piano Mattei e l’orizzonte mediterraneo del governo Meloni
  • Guidobono su Il punto (di M.Veneziani). Le ragioni dell’anticonformismo (anche) al tempo del governo Meloni
  • Guidobono su Il punto (di M.Veneziani). Le ragioni dell’anticonformismo (anche) al tempo del governo Meloni
  • Giulio De Gregorio su “Vaincre ou Mourir”, il successo del film sul genocidio in Vandea
  • paolo su Respirare l’Appennino dei patres
  • paolo su “Vaincre ou Mourir”, il successo del film sul genocidio in Vandea

with by amdotcom

No Result
View All Result
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Questo sito utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione. Se continui nella navigazione acconsenti all'uso dei cookie.OkLeggi di più