EFFEMERIDI – 17 Luglio 1931. A Bucarest muore lo scienziato Nicolae Constantin Paulescu, scopritore dell’insulina che si giocò il Premio Nobel a causa del suo impegno politico.
Nato a Bucarest nel 1869, lo si vide presto che si trattava di un enfant prodige in grado di apprendere rapidamente tutto, dalle lingue, comprese quelle antiche che gli consentivano di leggere i testi originali dei classici, alla musica, alle scienze. Dopo il liceo in Romania, fu mandato dalla famiglia a studiare Medicina a Parigi dove si laureò una prima volta nel 1897 ed entrò subito in un ospedale parigino come aiuto chirurgo. Dopo aver pubblicato vari testi scientifici si laureò nuovamente a Parigi, in Scienze Naturali.
A soli 31 anni la Svizzera gli offrì una cattedra nell’Università di Friburgo, preferì optare per quella di Fisiologia nella Facoltà di Medicina di Bucarest, casa sua.
Insegnamento universitario che non gli impedì di studiare ancora e conseguire una terza laurea (in Scienze Biologiche) a Parigi.
Riuscì nel contempo a dedicarsi alla ricerca, in particolare sul pancreas e sul cervello.
Tutte attività che interruppe per vestire i panni di combattente nella Prima guerra mondiale, al termine della quale pubblicò in breve tempo vari studi con i risultati delle sue ricerche sull’ormone pancreatico antidiabetico.
Studi che nel 1921 gli consentirono la pubblicazione del lavoro scientifico sulla cura del diabete. Primo al mondo.
Ma Paulescu, tra le sue tante attività aveva trovato il tempo di occuparsi anche di politica, e prima ancora, di dare un corpo ideologico ai suoi studi religiosi e filosofici, a proposito dei quali aveva anche pubblicato vari volumi, tra i quali uno studio sul Talmud e altri sulla religiosità ebraica nei quali il suo antisemitismo era evidente.
Rileva la studiosa Emilia Costantini nel suo studio (“Nae Ionescu, Mircea Eliade, Emil Cioran. Antiliberalismo nazionalista alla periferia dell’Europa”) che tra le due guerre in Romania, proprio per effetto del “fascino personale di alcuni leader nazionalisti che erano anche professori universitari come A.C. Cuza o N. Paulescu”, gli studenti delle Università romene si schierarono in massa con il radicalismo di destra, con decisi connotati nazionalisti e antisemiti.
Più o meno quello che sosteneva il drammaturgo Eugène Ionesco in una intervista del 1970 nella quale citava la sua esperienza personale nella Romania degli anni Trenta dove tutto il mondo culturale, “i professori universitari, gli studenti, gli intellettuali”, erano diventati membri della Guardia di Ferro compreso suo padre (che faceva l’avvocato): “c’era una dottrina nazista, una biologia nazista, un’etnologia e una sociologia naziste. E poi valanghe di discorsi, conferenze, saggi, articoli, un’infinità di breviari, semplicisti quanto quelli di oggi, cinesi o che so io”.
E’ anche quello che avvenne in Francia tra la fine dell’800 e la Prima guerra mondiale quando – ben lo descrivono Eugen Weber ed Ernst Nolte nei loro studi – l’Action Française ebbe davvero l’egemonia culturale nel Paese, da Parigi fino alla Francia profonda: scrittori, poeti, pittori, insegnanti di liceo e delle Università, studenti, club intellettuali, stampa…..
E, spaziando ancora nell’orizzonte europeo, è quello che avvenne all’incirca negli stessi anni nella Germania pre-nazista della Rivoluzione Conservatrice.
In Romania, nel 1922 furono proprio Paulescu e Cuza a fondare l’Uniunea Naţional Creştină (Unione Nazionale Cristiana) che l’anno successivo, il 4 marzo divenne Liga Apărării Naţional-Creştine (LANC – Lega per la Difesa Nazionale) nella quale entrò a far parte del quadro dirigente il leader del movimento studentesco dell’Università di Jasi, Corneliu Zelea Codreanu che della Guardia di Ferro divenne il Capitanul.
Fatta questa precisazione, diventa di facile comprensione ciò che accadde allo scienziato Paulescu dopo aver beneficiato il mondo dei diabetici con la sua scoperta.
Nello stesso 1922 nel quale il politico Paulescu co-fondò l’Unione Nazionale Cristiana, provvide anche alla registrazione del brevetto per la sua scoperta, la Pancreatina.
Registrazione inutile perché comunque pagò caro il suo contemporaneo impegno politico al quale da sempre guardano gli svedesi di Stoccolma, e l’elenco dei mancati Premi Nobel in tutte le discipline è lungo, quasi quanto i premi dati a personaggi minori ma sicuramente “politicamente corretti”.
Solo che nel caso di Paulescu, la sfacciataggine dei giurati di Stoccolma superò ogni limite perché nel 1923 concessero il Nobel a due ricercatori canadesi (Banting e MacLeod) che si erano semplicemente limitati a mettere in pratica le ricerche di Paulescu utilizzando pari pari il suo lavoro.
Ogni tentativo – almeno quello di ripristinare la verità – fu vano anche se l’elenco di chi nei decenni ha protestato, compresi altri ai quali è stato attribuito il prestigioso premio svedese, è lungo.
E ciò anche nonostante le ammissioni private dei due vincitori abusivi, rivelate da uno scienziato romeno nella Romania comunista di Ceausescu.
Oggi in Romania Paulescu è celebrato ufficialmente come merita ma l’occhio vigile dei Grandi Inquisitori internazionali, nel 2003 impedì una cerimonia a Parigi in suo onore nella quale era prevista una targa commemorativa, frutto di un accordo tra Ministero della Sanità francese e l’Ambasciata romena a Parigi.