La testimonanza-saluto di Ferdinando Parisella ai partecipanti al Campo Hobbit 40 a Montesarchio, evento promosso da Marina Simeone
“Ci sono, ci sono. Anche se non ci sono. Ci siamo anzi, siamo in due ad esserci, pur non essendo presenti. Lidio Aramu ed il sottoscritto. Siamo quei due che hanno descritto meglio di tutti il I° Campo Hobbit e tutti gli altri. E non solo i campi. Anche l’Ecuador, come Spello, oppure il Messico, anzichè il Sudan. Fatela finita con le chiacchiere ed i librucoli che nessuno legge. Guardate quelle nostre foto. Guardatele bene, anche se le vedete da sempre, come dei libri, dei saggi, dove l’editore si è dimenticato volutamente di mettere le nostre firme. In quelle foto saccheggiate da tutti, anche in questi giorni, da La Repubblica a IL Dubbio, dal Secolo a Libero, a Il Giornale, Rai, Mediaset, Tg vari, dicevo guardate quei ragazzi, i loro volti, i loro colori, il loro muoversi, i miei filmati dati alla Rai da “chissàcchi”, dicono tutto di noi, di chi c’era ed anche di chi non c’era. Come pure di chi oggi non c’è più.
La forza della fotografia, tutto parte da lì. Ed insieme alla filmografia, la fotografia è come la pittura dei secoli passati. Così abbiamo scoperto il passato, i fotografi di allora, i pittori. Ed ora a distanza di 40 anni, non ci sarò. Tanto avrei voluto esserci, in primis per Marina Simeone. Poi per il Padre, Generoso di nome e di fatto. Poi per tutti gli “operai del movimento”, da sempre opposti alla “crema del movimento”, che continua a levare il ditino verso la testardaggine dei primi. Gli operai. Cioè quelli che ti hanno permesso di essere qui, come di diventare famoso e di arrivare fino alla stanza dei bottoni. Bene. Vi saluto e non fate i taccagni, questa “cosa” di Marina costa….e non c’è nessuna fondazione a sostenerla. O sbaglio? Il LAVORO mi impedisce di essere qui con voi. Il lavoro e la responsabilità in tempi durissimi di crisi vera. I giovani che lavorano con me, hanno bisogno di esempio. Non li posso mollare. In quel campo faticai da pazzi. Poi feci un colpo di mano e misi la bandiera rossa sul palco. E tanto cambiò. Sentimento, comune sentire, capelli lunghi, scamiciato, ma la mia vita prese il volo da lì….. Avambracci stretti a tutti…quindi di traverso per qualcuno. Ferdinando Parisella da Lo Lago di Trevignano Romano”.