
Tradotto in italiano suonerebbe meno bene, pertanto ci si esime dal farlo e, poi, sufficiente leggere quel A la Chasse! perché la mente rievochi le atmosfere della “cavalleria aerea” dei primi flying corps della Grande Guerra, inquadrati tanto negli eserciti dell’Intesa quanto in quelli della Triplice Alleanza. Francesco Baracca, Manfred von Richtofen e suo fratello Lothar, Goldwin Brumowski, René Fonck, Edward Mannock, altri italiani quali Giovanni Ancillotto, Luigi Olivari e Alvaro Leonardi e molti ancora sono gli assi che hanno solcato i cieli d’Europa nel corso della Prima Guerra Mondiale conflitto nel quale l’aereo palesa la sua importanza tattica e la sua centralità bellica, conferendo alla missione dell’aviatore quell’alone di fascino e di sfida celebrato ancora oggi dalla letteratura e dal cinema. Certo, sarà necessario attendere la Seconda per comprendere quanto bombardamento e caccia efficienti siano decisivi sul campo, ma l’epopea dei “cacciatori” comincia su antichi e colorati biplani e triplani che si affrontano come cavalieri negli antichi tornei, malgrado lo sfondo sia il Vecchio Continente in fiamme…

“A la Chasse” ripercorre e approfondisce la vicenda della caccia italiana, in particolare la formazione e lo sviluppo di alcuni noti reparti della nostra tradizione aeronautica: IX, X, XII, XIII e XVIII Gruppo Caccia.
Curato dal colonnello Alessandro Cornacchini, già direttore di Rivista Aeronautica e storico, il volume è stato presentato al Salone del Libro di Torino dove spettatori, militari e non, sono stati accompagnati dai relatori in un cammino che dal 1915-1918, attraversa le fasi di nascita e di strutturazione di una specialità che, nel 2017, rappresenta un cardine della difesa aerea nazionale.
In fondo, il pericolo delle incursioni aree nemiche è antico, quasi, quanto l’aereo stesso: ad esempio, nel febbraio 1916 a Milano e a Monza cadono le prime vittime di bombardamenti causati da aerei austriaci (pochissimi, nulla a che vedere con le grandi formazioni di B17 di un quarto di secolo dopo); il 18 seguente il Corpo Aereo Italiano risponde con un attacco su Lubiana, ai tempi parte dell’Impero austro-ungarico. Tuttavia, è a partire dalla Campagna d’Italia degli anglo-americani (1943-1945) che la difesa dello spazio aereo si mostra come vitale; una funzione che l’AM mantiene per tutta la Guerra Fredda e fino ai giorni nostri. Il volume curato da Cornacchini è, dunque, un incontro fra il fascino del passato e l’evoluzione tecnologica e strategica dell’Arma aerea, connubio di vicende militari, umane e di tecnologia che fa di “A la Chasse” un testo prezioso sia dal punto di vista storico, sia da quello della cultura militare.
Edito per le Edizioni della Rivista Aeronautica, il libro è arricchito da un prologo del divulgatore scientifico Alberto Angela.
