I viaggiatori di Pietrangelo Buttafuoco sono quegli uomini e quelle donne che si osservano e si desiderano in un treno; però non si scambiano un indirizzo, un numero telefonico; quindi non s’incontreranno più. Questa umana transitorietà è al centro dell’opera ‘I baci sono definitivi’. La stazione livida, la metropolitana affollata, i vagoni assonnati, i marciapiedi in cui si compiono destini, il profumo delle donne, gli uomini che, con gli sguardi, penetrano un corpo femminile nella ‘Stazione Termini, binario 5, ore 12.38.’ Racconti di apparizioni insolite e improvvise, “Arriva lei, lei che lui non conosce e che non deve vedere mai più.” Atmosfere per dare immagini alla tirannia del pendolarismo metropolitano in cui i cuori non smettono di ansimare. Medaglioni letterari in cui appaiono anime innamorate e sogni che non arrivano a destinazione.
Questo Buttafuoco è il meno narrativo degli ultimi anni. Solo pochi mesi fa, lo scrittore ci ha regalato la narrazione barocca del pittore Agostino Tassi, la vicenda di un pittore smargiasso, le sue bettole e le sue donne. In libreria, adesso, arrivano frammenti allegorici che costruiscono racconti brevissimi, per mettere insieme appunti sparsi che generano novelle metropolitane. Queste storie sono delle favole post-moderne: tra la folla delle stazioni ci sono Ginevra e Lancillotto, Cyrano de Bergerac e Selene, giovani fauni strafottenti, “una fata dalle labbra carnose e le lunghe gambe mimetizzate tra i pendolari ed è tutto un batticuore…” proprio là sulla ‘Linea A, Cornelia, atrio, ore 06.02.’ C’è una Roma trasfigurata che regala le istantanee di un lirismo che, da sempre, è la cifra stilistica dello scrittore de ‘Il dolore pazzo dell’amore’; e questa scrittura spinge lo sguardo sulle scale mobili o sugli incroci gremiti dove i passeggeri, prima di tutto, cercano se stessi, e non hanno smesso di sognare.
Sulla ‘Linea A, Cornelia, ore 06.00’, due anime sconosciute si incontrano, non sanno chi sono, “Non si sono neppure presentati. Eppure si sono riconosciuti. Ed è malvagità quell’amore bruciato in meno di un minuto. La prima vampa dell’estate.” Con le belle cadenze paratattiche della sua prosa, questa volta Buttafuoco ha trasformato lo choc della stanca mobilità pendolare; ha saputo ascoltare i respiri mattutini della città; è andato così alla ricerca dello spleen di ogni viaggio. In questi quadri impressionistici dedicati alla stazione Termini, alle strade di Roma, al traghetto Villa San Giovanni-Messina, i lampioni “Vanno incontro al giorno senza cedere neppure una fetta di luce alla pioggia, attesa come l’arrivo del bastimento carico di ritorni…” Una sensibilità neo-romantica, che intreccia incontri fatali, corteggiatori che fanno bruciare le gote delle donne, porta il lettore in un mondo di segmenti quotidiani, nei quali un lui e una lei vivono la provvisorietà delle soluzioni esistenziali.
Allora, la voglia di incontrarsi o l’ansia di perdersi si mostra con poche parole leggere, “Seduti ai tavoli di un bar, un uomo e una donna se ne stanno a ridere al modo di due che si amano. Questa, la scena: lei lo prende a ceffoni e ride. Lui che un poco si mette a riparo e un poco non ce la fa più dal ridere. Uno parte. L’altra resta.”
Imparare a voler bene ai viaggiatori snervati; imparare usando sguardi nuovi, giacché, sotto le pensiline in attesa, i volti sono romanzi; fare ciò per inseguire vite smarrite nelle linee metropolitane, come fece l’immenso Baudelaire, il quale scrisse che “nei quartieri poveri” – oggi scriverebbe nelle stazioni degli impiegati precari – “la vita andrebbe guardata con i vetri colorati che facciano vedere bella la vita.” Ne “I baci sono definitivi”, lo scrittore siciliano ha scrutato i volti sconosciuti in un tram e ha incontrato i sorrisi, i sintomi di una speranza, ossia i movimenti delle “illimitate necessità del cuore.” E la sua opera letteraria, un’altra volta, ha deciso di non arretrare di fronte ad una certa letteratura contemporanea – troppe volte insincera – influenzata dal noir di moda o dalle ripetute fiction letterarie.
*’I baci sono definitivi’ di Pietrangelo Buttafuoco, La nave di Teseo, pagg.216, euro 18