“Se nel 1942 il volontario che faceva l’incursore fondava la sua identità sulla motivazione ideologica […] il militare volontario di oggi si caratterizza per la propria professionalità e per la propria autonomia operativa” scrive lo storico piemontese Gianni Oliva nel suo ultimo lavoro, “Combattere – dagli arditi ai marò storia dei reparti speciali italiani” (Mondadori, 2017)* in riferimento all’ultimo reparto analizzato, il 17° Stormo dell’AM distaccato a Furbara, erede di una gloriosa unità, gli ADRA (Arditi Paracadutisti Regia Aeronautica) autrice di una spettacolare, ma dimenticata, azione nelle sabbie dell’Africa nel 1943…
Due contro mille Ricorda Oliva che, dopo essere stati impiegati a terra, insieme ai colleghi della Folgore, per resistere alle offensive inglesi, con la fine della guerra in Africa gli ADRA raggiungono la Sicilia dove li attende un’importante missione, ai limiti del suicidio: paracadutarsi in territorio nemico, attaccare gli aeroporti anglo-americani e distruggere quegli aerei che, altrimenti, avrebbero martellato l’Italia. Il compito degli Arditi della Regia Aeronautica, in fondo, è proprio quello di catturare piste, mettere fuori uso i velivoli e riadattare gli spazi conquistati alle esigenze della Forza Armata. Si parte in 90, si arriva sull’obiettivo in 2: tutte le compagnie, in cielo e in terra,
sono state individuate e neutralizzate, ma Vito Procida e Vittorio Cargnel hanno con sé le cariche esplosive e nessuno si è accorto della loro presenza a Bengasi. Tagliano la recinzione della base alleata e piazzano gli esplosivi: 25 bombardieri tipo Liberator divorati dalle fiamme; poi la fuga e la cattura il giorno seguente.
Guerra Fredda La contrapposizione Ovest-Est assiste ad un riarmo e ad una riorganizzazione delle FFAA italiane, ma per gli eredi repubblicani dell’ADRA non c’è posto. Bisognerà attendere, invece, il 2003 prima di rivedere in azione gli incursori dell’Arma Azzurra: il 1° marzo di quell’anno nasce a Furbara (RM) il 17° Stormo incursori dell’Aeronautica Militare.
Nuove sfide Le minacce per la sicurezza nazionale sono cambiate: i russi e il loro grande esercito non sono più il problema perché, negli Anni Duemila, a suscitare preoccupazioni all’intelligence e paura nell’opinione pubblica ci si mettono i terroristi islamici prima di Al Qaeda poi dell’Isis. Le funzioni del 17° Stormo sono due: la combat controller, cioé conquista di installazioni nemiche; realizzazione di punti di atterraggio per le forze aeree; saper maneggiare esplosivi; attivare sistemi di comunicazione e meteo. Ma, soprattutto, saper difendere l’obiettivo appena conquistato fino all’arrivo dei rinforzi. La seconda è la SAR (Search and Rescue), in sintesi individuazione e recupero di personale in ambiente ostile, funzione maggiormente legata ai compiti di anti terrorismo che comprende anche la cattura di elementi pericolosi o recupero di materiali sensibili finiti in mano avversaria.
Ieri e oggi In Combattere importante è la distinzione che Oliva fa del ruolo del “fuciliere dell’aria” degli Anni Quaranta rispetto al suo omologo di oggi:
“Ciò che è cambiato non sono le attitudini individuali necessarie, nè l’intensità dell’addestramento, ma la cornice culturale nella quale si opera: non più la vocazione al combattimento in nome della Patria, ma la competenza e l’energia di chi ha scelto come mestiere il ‘lavoro del militare’ “.
Ma perché questa precisazione? La risposta anzi, la domanda, è nella quarta di copertina:
“Perché parlare degli alpini in Russia è di sinistra e dei paracadutisti di El Alamein è di destra? Una storia dei corpi speciali al di là dei pregiudizi e delle rimozioni“.
Ecco, al di là dei pregiudizi: il mondo è cambiato, il modo di comunicare (anche delle FFAA) si è adeguato ai nuovi scenari nazionali e internazionali nei quali pregiudizi dettati dal nostalgismo, dal reducismo e anche da un distorto pacifismo lasciando, ora, spazio ad un’immagine più obiettiva di un mestiere, quello della Difesa, poco incline alle etichette e maggiormente indirizzato ad una professionalità a 360° gradi al servizio del Paese.
*Combattere – Dagli arditi ai marò, storia dei corpi speciali italiani di Gianni Oliva (Mondadori, Le Scie, 2017)