Se 11 milioni di voti vi sembran pochi, provate voi a conquistarli. Parafrasando la storica canzone che aveva accompagnato la lotta per le 8 ore di lavoro, si potrebbe rispondere in questo modo a Berlusconi che si eccita di fronte alla sconfitta di Marine Le Pen allle presidenziali francesi. Lui, Berlusconi, gli 11 milioni di elettori se li sogna. E, probabilmente, se li sogna l’intero fronte del centro destra. A maggior ragione se si guarda ai soli sovranisti di casa nostra. Marine Le Pen ha sbagliato campagna elettorale, e su questo ha perfettamente ragione il vecchio Jean Marie. Ma ha comunque conquistato un terzo degli elettori francesi. Non proprio un disastro. Perché i patrioti italiani restano lontani da questi livelli? Le ragioni sono numerose. A partire dalle candidature che, alle politiche o alle amministrative sembrano essere decise sulla base del fastidio che provocheranno ai potenziali elettori. E questo non vale soltanto per le candidature imposte dal sultano in disarmo di Arcore. Ma la scelta dei candidati è anche il problema più semplice da risolvere, se si vuole cambiare. Più complessa è la definizione di programmi condivisi tra i politici di area e condivisibili dalla base. Si preferiscono gli slogan, anche perché non richiedono analisi o studi della situazione.
Marine Le Pen ha avuto l’intelligenza di rivolgersi a tecnici, quasi sempre di area. In Italia gli esperti sono guardati con sospetto, a maggior ragione se di area. Così si assiste a dibattiti surreali con politici che ignorano completamente il tema di cui discutono. Dalla politica estera a quella economica, dal l’agricoltura al turismo. Anche in questo caso il problema è risolvibile, se si ha la volontà di rivolgersi ai centri studi invece di insistere con i dilettanti allo sbaraglio. Ma dove le difficoltà appaiono insormontabili, a meno di un cambiamento radicale, è sul fronte della comunicazione. Marine ha fatto un mezzo miracolo, contrastando con una buona presenza sui social, lo strapotere dei media tradizionali (TV e giornali) schierati con Macron. Ma non è stato sufficiente. Come non è bastato arruolare alcuni intellettuali, perché il fronte opposto aveva messo in campo un esercito di intellettuali organici, fedeli alla linea. In Italia si evita accuratamente di intervenire sulla comunicazione.
Il nodo comunicazione
Si spera sempre, in realtà ci si illude, che TV e giornali abbiano un momento di onestà intellettuale e informino correttamente. Non si capisce perché dovrebbero farlo, dal momento che sono finanziati da chi ha idee opposte. Nessun quotidiano cartaceo credibile e con un numero decente di lettori, poca roba sul web, nulla sul fronte radiofonico e televisivo. I soldi servono per altro. E se anche ci fossero idee geniali, nessuno lo saprebbe. I dibattiti televisivi si trasformano in tiri al piccione, con i personaggi creati dai media schierati sempre contro sovranisti e patrioti. Su ogni argomento. Ma i sovranisti evitano di far emergere personaggi nuovi e credibili. Per il terrore che possano oscurare i politici professionali, privi di competenze ma sempre pronti a campagne elettorali sul nulla.