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Home Cultura

Cultura. Le mani USA sull’Europa nel nuovo “Storia in Rete”

by Alberto Lancia
23 Marzo 2017
in Cultura
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La copertina di Storia in Rete
La copertina di Storia in Rete

Tantissima storia americana nell’ultimo numero di Storia in Rete, in edicola a partire dai prossimi giorni e già disponibile in versione pdf nelle edicole online. Lo spunto è dato dai cento anni della dichiarazione di guerra degli USA alla Germania nella Prima guerra mondiale. Una guerra che venne dipinta come il colpo di reni morale della democrazia contro l’autocrazia, e che invece – come dimostrò la commissione Nye del Senato americano negli anni Trenta – dietro nascondeva gli interessi delle banche statunitensi, che avevano prestato all’Intesa cifre favolose.

Nasceva così il legame di dipendenza del Vecchio Continente dagli Stati Uniti, che non si sarebbe più sciolto. E intanto in America qualcosa si muoveva anche a favore della rivoluzione bolscevica (poiché mentre una parte dei banchieri USA prestava soldi all’Intesa, un’altra finanziava il crollo della Russia zarista, odiata per le sue politiche antisemite). E al termine del conflitto l’asse USA-Gran Bretagna si saldava definitivamente nel nome degli interessi geopolitici e della contiguità linguistica, che avrebbe creato quella anglocrazia che oggi sembra inarrestabile.

A margine di questo panorama, “Storia in Rete” racconta anche un’altra vicenda: quella del produttore cinematografico Robert Goldstein, “l’uomo più sfortunato di Hollywood”. Goldstein nel 1917 investì tutte le proprie sostanze in un film patriottico sulla guerra d’Indipendenza delle Tredici Colonie, ma la pellicola uscì nel momento sbagliato: quando il nemico di allora, gli inglesi, era divenuto l’alleato del momento. Il film fu censurato e Goldstein condannato a 10 anni di prigione per l’Espionage Act. Perché “Storia in Rete” racconta questa vicenda tutto sommato marginale? Perché la storia di Goldstein offre un inquietante parallelo con le ultime derive della nostra politica: tante, troppe voci – l’ultima in Italia è quella del “DDL Gambaro” – chiedono di mettere la mordacchia a internet. E come nel caso di Goldstein, se questi disegni di legge dovessero essere approvati, anche da noi vi saranno martiri della libertà di espressione, condannati alla prigione e a multe devastanti per aver detto cose sconvenienti per l’establishment. Le esperienze del passato parlano chiaro. Non è il caso di dimenticarsele…

Ancora America, poi, ma dal punto di vista dell’Italia: l’ultimo libro di Nico Perrone su De Gasperi è l’esca per fare il punto nelle relazioni fra l’Italia sconfitta del 1947 e i padroni d’oltreoceano, fra l’imposizione del Diktat del 10 febbraio 1947, le mortificazioni imposte a De Gasperi nel suo viaggio negli States e il Piano Marshall, quel flusso di beni e denaro che legò il Bel Paese all’economia e all’American Way of Living.

“Storia in Rete” quindi torna sulla questione del coinvolgimento italiano teatro balcanico durante la Seconda guerra mondiale: perché Hitler e Mussolini andarono a impantanarsi in Iugoslavia? Fu “l’ennesima aggressione imperialista”? E poi, cosa dicono veramente i documenti delle truppe italiane d’occupazione in Iugoslavia? Veramente i nostri generali, Roatta in primis, volevano sterminare donne, vecchi e bambini? La lettura integrale delle circolari, dei diari, delle testimonianze per intero racconta una storia ben diversa da quella che negli ultimi anni è stata costruita ai danni dei soldati italiani, dipingendoli come massacratori e fucilatori intenti in orge di sangue gratuite e istigate dai vertici politici e militari.

Infine, “Storia in Rete” apre con questo numero una collaborazione fissa con Pino Aprile. Storico divulgatore delle vicende del Risorgimento, Aprile è un duro critico delle modalità con cui l’Italia è stata riunificata dal Piemonte e da Garibaldi. Aprile intreccerà le sue spade dialettiche con quelle di altri collaboratori di “Storia in Rete” per riaprire un dibattito sulle radici dell’Italia unita. Prima puntata, la proposta di istituire un “Giorno della Memoria” per le vittime innocenti della riunificazione.

@barbadilloit

Alberto Lancia

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Tags: commissione Nyecrimini di guerraDDL Gambarogrande guerraimperialismoIugoslaviaPino AprileRisorgimentoStoria in Reteusa

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