Ha detto Bankitalia che se dovesse fallire il referendum, il mercato saprà vendicarsi. Cioè, non lo ha detto proprio in questi termini ma comunque il succo questo è. O vince il sì oppure l’Italia si scapezza, magari definitivamente.
Da Palazzo Koch, come riportano in coro tutti i quotidiani, gli uomini degli algoritmi delle borse spiegano che “gli indicatori di mercato registrano un aumento della volatilità attesa sulle azioni italiane nella prima settimana di dicembre, in corrispondenza con il referendum sulla riforma costituzionale”. Traducendo da quella lingua astrusa della finanza che altro non è che il neopolitichese, significa che i padroni del vapore stanno facendo un po’ di casino in attesa di vedere cosa dirà l’Italia alle urne. Se dovesse vincere il Sì, rassicurati i mercati, si tornerebbe a far finta di nulla, gli intellettuali del bel mondo saluterebbero magari una nuova resistenza al trumpismo internazionale e i nostri figli, qualora abbiamo avuto il coraggio di farne, non potranno permettersi l’università. Viceversa, vince il no, la fine sarà più vicina, si svegliaranno i draghi (non Mario, però) dell’Apocalisse, squillerebbero le trombe e tutto tornerebbe come prima, cioè con i nostri figli, quaora abbiamo avuto il coraggio di farne, che non potranno permettersi l’università.
La posizione interessatissima della finanza internazionale su ogni minimo anelito elettorale in ogni pertuso di Paese del mondo non deve lasciarci credere che l’Italia abbia ritrovato una dimensione diplomatica diversa dalla “mera espressione geografica” cui s’è condannata da sola in anni di assoluta e ligia obbedienza ai trattati comunitari, planetari, globali. Bisogna solo capire che ciò che si teme è l’apertura di una crepa, fortissima, in grado di accappottare la globalizzazione dei mercati e di esorcizzare una volta e per sempre la paura dello spread.
Quest’occidente illuminato si regge su due malefici pilastri: la paura e il senso di colpa, strumenti fortissimi nel prostrare lo spirito e l’anima dei popoli. Le reazioni scomposte sono i segnali di una signoria in bilico. Chissà.
@barbadilloit