Dopo il clamoroso successo di Magazzino 18, opera sulla tragedia delle foibe e dell’esodo sul confine orientale, Simone Cristicchi rilancia con un nuovo spettacolo controcorrente, scritto con Ariele Vincenti (in questi giorni in scena a Roma): si chiama “Le Marocchinate” e racconta i terribili giorni decisivi e successivi allo sfondamento da parte delle truppe sotto comando americano della linea di Montecassino, ultimo baluardo tedesco.
Le vergogne degli angloamericani e dei loro soldati marocchini
L’opera teatrale si muove in un paese della Ciociaria e “Angelino, pastore locale, racconta la semplice ma faticosa vita contadina della sua zona prima della guerra. Vita che viene sconvolta con l’arrivo delle truppe Marocchine”, aggregate agli americani, ai quali viene affidato il compito di entrare nella rocciosa difesa tedesca. Dopo aver compiuto l’avanzata ottengono il “diritto di preda” sulla popolazione civile e sulle donne. Fanno razzie di oro e valori nelle case ma soprattutto stuprano e uccidono tante donne del territorio. “Tra queste c’è Silvina la moglie di Angelino, che diventerà anch’essa una “Marocchinata” . Lo spettacolo ha lo scopo di rispolverare i gravi fatti della Ciociaria del ‘44, per non dimenticare le migliaia di donne vittime di quelle violenze. Con l’obiettivo che le loro parole diventino le nostre parole, diventino la nostra storia”.