“Sollecito tutte le componenti di lingua italiana, anche il Pd affinché si scorpori la questione identitaria da quella del referendum”. E’ quanto afferma Alessandro Urzì del movimento L’Alto Adige nel Cuore in un’intervista rilasciata al settimanale online Ofcs Report.
“Al momento gli umori sono differenti nel Partito Democratico, ma qualche mal di pancia c’è stato anche nella dirigenza nazionale. Nell’accordo c’era un automatismo assoluto fra referendum e questione linguistica. Sul tavolo della Commissione c’era già l’accordo ed era un accordo di pulizia linguistica”, prosegue Urzì.
“Nei disegni di legge della Svp – si legge nel’intervista online da questa mattina – la norma finanziaria stabilisce la nomina della commissione che dovrebbe operare sulla cernita dei nomi sui cartelloni. Questo gruppo di studio avrà un costo di almeno 300mila euro nei due anni e se i commissari dovessero aumentare la cifra arriverà fino a 500mila euro. E non possiamo permettere che tutto ciò passi nel silenzio”.
“L’Alto Adige ha titolo per rivendicare l’autonomia di cui gode solo se rimane un territorio che cura le differenze e le sa integrare. Se si tende a una visione omologante che azzera le particolarità dei gruppi linguistici allora si perde la ragione stessa dell’autonomia”, afferma l’esponente di L’Alto Adige nel Cuore.