Splendori e miserie, onori e polvere di un sud ricco di storia e di bellezze attraverso secoli di vicende narrate avendo come punto di riferimento un luogo simbolo: Palazzo d’Avalos, il “Real Palazzo” di Procida. Sono Gianlorenzo di Gennaro Sclano – architetto e urbanista, pugliese di nascita ma procidano per vocazione e origine familiare – e Pasquale Lubrano Lavadera – pittore e scrittore procidano – con il libro “Palazzo d’Avalos”, genesi storica, architettonica ed urbanistica, a volgere lo sguardo sulla collina che sovrasta Procida per raccontare la “vita vissuta” di una delle più frequentate residenze reali dei Re Borbone, probabilmente la meno conosciuta e studiata come tale.
Storia del luogo ed anche recupero dello stesso senza minarne la sua identità ripercorrendo non soltanto i 437 anni di vita di un prezioso manufatto architettonico fatto edificare tra il 1560 e il 1570 dal cardinale Innico d’Avalos (poi divenuto sul finire del XVIII secolo residenza estiva dei sovrani borbonici come sito reale e riserva di caccia, infine dolorosamente trasformato – dal 1830 al 1985 – in caserma, carcere e “Bagno Penale” per ergastolani), ma anche confrontando i suoi possibili percorsi di rigenerazione.
Storia e Tradizione, Natura e Arte, si alternano nel libro alla ricerca di una via per il futuro nel solco dell’enorme – e spesso sconosciuto – patrimonio dei “Luoghi d’Italia”.
Il bene culturale inteso come testimonianza di civiltà, baluardo contro il degrado al riparo da relativismi, conformismi di “facili entusiasmi e ideologie alla moda”.
L’eredità dei padri va riconquistata per possederla davvero. Se si ravviva la memoria, infatti, si ravvivano i propositi. Bisogna osare, consapevoli delle difficoltà ma anche delle opportunità che la crisi attuale, morale e sociale, può offrire, partendo dalle tracce di un passato fiero e fecondo.
*Procida. Il Palazzo d’Avalos,scritto a quattro mani dall’architetto, di Gianlorenzo di Gennaro Sclano e Pasquale Lubrano Lavadera