Durante il campo nazionale di Gioventù Nazionale, Fenix, è stato rilanciato il progetto di Azione Studentesca, al quale hanno aderito gli studenti medi del movimento giovanile. Dopo i successi dell’epoca di Azione Giovani, una nuova stagione di giovanissimi si appresta a portare avanti le proprie idee identitarie sotto il simbolo della Croce Bretone.
Il manifesto del movimento
Sono trenta le province nelle quali, con il trillo della prima campanella dell’anno scolastico, il simbolo della croce bretone tornerà ad accompagnare le rivendicazioni di quel mondo studentesco che non vuole riconoscersi nella “buona scuola” di Renzi e nell’egemonia culturale post-sessantottina, che vuole opporre la vitalità delle idee alla fatalità di un declino annunciato che attanaglia l’Italia e l’Europa.
Azione studentesca torna a vivere per volontà dei militanti attivi sul territorio nazionale: nasce dal basso e godrà di una propria autonomia culturale e politica, sarà trasversale, avrà un programma chiaro e un’identità marcata. La scelta di utilizzare un nome conosciuto, che aveva caratterizzato le lotte studentesche in seno al progetto di Azione Giovani, è stata unanime: ritrovare una casa comune, rimarcare la continuità simbolica con il percorso di una Comunità umana che non ha mai reciso le proprie radici, restituire nuova linfa ad un simbolo che richiama la tradizione e la verticalità di una Civiltà in affanno.
Azione Studentesca vuole costruire un’altra scuola: non subordinata agli interessi dei privati, per un sapere svincolato dalla logica del mercato, per il primato della libertà di iniziativa sull’egemonia del Preside-sceriffo, per il trionfo della meritocrazia sul clientelismo, per una centralità dello studente nel “Comitato per la valutazione dei docenti”, nella presenza consultiva e decisionale dei Consigli d’Istituto e delle Consulte Provinciali, nell’istituzione di un organo di controllo dei Presidi che vigili e proponga. La nostra scuola è accessibile a tutti, efficiente e completa: non crolla, non ha barriere architettoniche e offre strutture moderne e sicure. E’ la scuola aperta allo sport e alla natura, è centro di aggregazione e di confronto anche dopo il trillo della campanella. E’ la scuola della socialità, dove non occorre un mutuo per compare i libri. E’ la scuola degli studenti e non dei potentati, delle caste e dei sindacati.
Azione Studentesca si batterà contro la scuola dei polli in batteria. Perché non siamo delle copie, degli automi o degli utenti. La scuola deve prepararci alla vita e non solo all’azienda: vogliamo diventare uomini e donne con una coscienza critica e un futuro dignitoso, vogliamo credere al verbo della volontà e non al germe della rassegnazione. L’insegnamento deve essere uno stimolo alla crescita e non un prodotto commerciale, deve educare e non omologare, deve offrire spunti e non nozioni. Deve formare persone e non polli in batteria.
Azione Studentesca vuole studiare, vivere e difendere l’identità. Abbiamo una storia e una terra, apparteniamo ad un popolo e ad una nazione. La nostra è la civiltà delle legioni di Roma e dei miti greci, dell’aratro e della spada, delle grandi cattedrali e dei dolci paesaggi, dell’arte e della navigazione, dei santi e degli eroi, della letteratura e del diritto. Siamo l’Europa delle patrie e delle identità, della famiglia naturale, dello spirito e delle tradizioni: il nostro destino non può esserci imposto dalla società multietnica dell’immigrazione senza regole, dai poteri globali e dall’ideologia gender. La scuola deve trasmetterci la fierezza di essere italiani ed europei, deve renderci orgogliosi di appartenere a tutto questo, affinchè possiamo iniziare a difendere ciò che abbiamo imparato ad amare.