“Questa gente è morta perché amava questa terra e noi vogliamo restare qui”: un elogio delle radici, con parole semplici, emerge dal discorso pronunciato dal sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, al termine dei funerali di stato nella città all’appennino reatino.
“Abbiamo due possibilità- ha spiegato il sindaco – quella di farci sopraffare dallo sconforto e quella di reagire e di dedicare il nostro tempo affinché le memoria di coloro che hanno perso la vita siano ricordate con l’opera dell’uomo. Io ho scelto questa seconda strada, tutti noi siamo pronti a fare la nostra parte”.
“Come ci insegna la religione cristiana – ha concluso Pirozzi – dopo a morte c’è la resurrezione. Noi siamo pronti a fare la nostra parte. Questo è stato un grande paese. La protezione civile, i vigili del fuoco, i volontari, i miei concittadini con la morte nel cuore, hanno soccorso altre persone. Questa è la parte buona dell’Italia, la Croce Rossa, il mondo del volontariato. Ora la sfida che può partire da Amatrice: sono disposto a chiedere sacrifici a questa mia comunità, ma adesso l’Italia deve diventare una grande nazione, e deve tenere conto che questa gente amava questa terra e vuole restare qui”.