• Home
  • Il Clan
  • Privacy Policy
  • Contatti
martedì 30 Maggio 2023
No Result
View All Result
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
Home Cultura

CheStrega. “Il cinghiale che uccise Liberty Valance” e i funambolismi lessicali di Meacci

by Daniela Sessa
4 Luglio 2016
in Cultura
0
Un branco di cinghiali
Un branco di cinghiali

Eccoci. Siamo al terzo appuntamento con le proposte stregate di Barbadillo, a firma di Daniela Sessa… Buona lettura!

E-sa-spe-ran-te. Esagerato. Onanistico. Virtuosistico. Narcisista. Sovrabbondante. Eccessivo. Afoso. Vorticoso. Potrebbe continuare all’infinito il catalogo delle iperboli per Giordano Meacci e il suo “Il cinghiale che uccise Liberty Valance”(ed. Minimum fax, 2016, finalista Premio Strega). Un esempio di iperbole?

“E in questo esatto momento di epifania, nell’istante prezioso in cui le tessere di un qualsiasi mosaique vivant si ricompongono per dare vita ad universi plausibili e colorati, la notte di Corsignano esplode in una summa atheologica e ferina di grida e rantoli e suoni e grugniti, quasi un fulmine sonoro si fosse raggrinzito nello strato epidermico del buio, appiccicandosi al nero concavo dell’estate come la crosticina luminosa di un graffio siderale, le luci sperse che si prefigurano da sùbito in cicatrici”.

Così via….. e non è nemmeno il brano più accartocciato del romanzo. Ci sono anche le pagine del garbuglio delle onomatopee, quando Meacci lascia soli e liberi nello spazio narrativo i cinghiali

“ ‹‹ Qwarr mcrhrssrrrr? ››, fa Feenz-sstnér, preoccupata dai grugniti ansiosi di Apperbohr. ‹‹Mcrhrssr grmmsslr gwrfrhhtfowkhsseaw? ››, chiede Neekw-jjam a Chraww-nisst”

Tanto liberi che l’ardimentoso lettore prima rischia di non saper isolare i fonemi della grammatica italiana, poi considerandoli resti archeologico-linguistici di non subirne più il fascino, infine farsi prendere addirittura dal piacere del nonsense fonico.

images18W4X50J

Saggiata la prosa della fatica letteraria di Giordano Meacci, si entri adesso nella storia. Che avviene a Corsignano, paese fantastico immerso nei boschi tra l’Umbria e la Toscana. Qui abita una comunità di otto “genealogie minime parziali” collegate da tradimenti, amicizie, odi, parentele, sesso, desideri, passioni, sconfitte. Una comunità chiusa, autoreferenziale, apatica: “Il mio Macondo”, la definisce Meacci. A Corsignano domina il fiabesco reale di Marquez sebbene vi risuoni l’eco del primitivismo contadino di Federigo Tozzi oppure (per restare dentro il nucleo d’ispirazione del romanzo) delle comunità Amish al netto però di rifiuto della vanità e della modernità. Meglio ancora delle città del West dove la legge è quella del saloon. Nei boschi intorno Corsignano vive una comunità di cinghiali rvmlh e di cinghialesse rvmflh (non sfugga a chi legge lo scarto segnico della “f”!) tra cui Apperbohr, il quale, forte di  questo nome da battaglia trans-umana, decide di cambiare il destino della sua comunità: non succulenta carne per braci e sugo bensì invasori e conquistatori di spazi, sentimenti, comportamenti umani. In pratica un assalto alla diligenza degli “Alti sulle Zampe”, un agguato agli umani con tanto di “grida e rantoli e suoni e grugniti”.

cinghiale_cinghiali_02

Un agguato alla Liberty Valance, il bandito di John Ford il cui penultimo film western, così divergente nello sguardo sulle certezze degli eroi impolverati della frontiera americana, è metafora del passaggio dal wild al civil, della necessità di ripristinare un ordine sociale, che sia morale e giuridico assieme. La metafora è assunta da Giordano Meacci per ridisegnare i confini città- campagna a Corsignano, lì dove l’utopia etica dà asilo a uomini e bestie assai simili. Simili talvolta nei dettagli fisici (Andrea è affetto da eterocromia come Apperbohr) ma soprattutto nei sentimenti: il dolore, lo shock della morte, l’amore.

“…se si potesse dire amore in cinghialese: se si potesse dire amore in qualsiasi lingua”

La storia è questa. Lecito è obiettare che uomini e animali convivono da Esòpo ad Orwell e quindi nulla di nuovo nel cielo della letteratura. Il libro è anche un’enciclopedia bulimica di citazioni e sfoggi culturali. E anche qui l’obiezione che di enciclopedie le biblioteche sono piene dalla Summa Codicis in lingua provenzale agli scritti di Eco.

Allora l’esagerazione dove sta? Sta nell’essere “Il cinghiale che uccise Liberty Valance” (ecco, i codici ed i semiologi) un trattato di linguistica con contaminazioni storiche e fiabesche, il tentativo ridondate di Giordano Meacci di baroccheggiare con il concetto per cui l’èthos (nel senso di etica e di comportamento, dunque ad uso e consumo di uomini e bestie) segue il lògos. La parola.

“Apperbohr ha capito che quando le parole non ci sono bisogna trovarle, masticarle come se fossero ossa di cervo da spolpare”

I nomi, fondamenta di tutte le identità, e la loro carovana desaussurriana.

“…a dimostrazione che non ci si muove nella vita a smanacciate onnicomprensive di Langue, ma per gesti continui e inclassificabili e mutevoli (e cagionevoli) di Parole”

Non un romanzo “Il cinghiale che uccise Liberty Valance”, ma una grammatica. Per crederci si abbia la tenacia di arrivare alle pagine finali del libro di Giordano Meacci. Si trova il “Prontuario Cinghialese” con un ricco ed autorevole apparato di fonomorfosintassi e lessico che racchiude il senso e lo scopo del libro. Tenacia, dunque. Pazienza, pure. E alla fine il piacere della lettura. Quello che coincide con il funambolismo della lingua che si fa pensiero, del pensiero che si fa cultura.

Cultura, che non è una brutta parola, anzi dovrebbe essere riformulata in una nuova luce. A proposito di luce, in cinghialese luce si dice Fowkhsseaw: chissà se l’umano lettore proverà a pronunciarla…

@sessadany

@barbadilloit

Daniela Sessa

Daniela Sessa

Daniela Sessa su Barbadillo.it

Visualizzazioni: 0
Tags: daniela sessaIl cinghiale che uccise Liberty Valanceminimum fax

Related Posts

Henry de Montherlant nel ricordo dello scrittore non conformista Vintilă Horia

Henry de Montherlant nel ricordo dello scrittore non conformista Vintilă Horia

28 Maggio 2023
Se lo spirito soffia su tutte le cose ogni preghiera è soluzione per le ore più buie

Se lo spirito soffia su tutte le cose ogni preghiera è soluzione per le ore più buie

28 Maggio 2023

L’idea nazionale in Alessandro Manzoni

Il ricordo (di G.deTurris). Errico Passaro, il colonnello della Fantascienza (e dello spionaggio)

Microstoria o cronaca di ieri. Morte di un albero: il faraone di Valfenera d’Asti

Il caso Roccella e l’intolleranza della sinistra per il pluralismo

Torino, cartoline dal Salone. De Benoist irrompe nella fiera politicamente corretta

La technique d’abord? Per Alain de Benoist serve una nuova visione ma mancano idee e volontà

Torino. Il duello (nel Salone) Tamaro contro Verga agita il mondo della letteratura

Più letti

  • Siracusa. La trionfale “Medea” di Laura Marinoni incanta il Teatro Greco

    Siracusa. La trionfale “Medea” di Laura Marinoni incanta il Teatro Greco

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Segnalibro. Gli antichi Romani sotto la gogna della cancel culture

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • La Forza della Poesia. Il male di vivere secondo Eugenio Montale

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Oswald Spengler il  nazional-conservatore che prefigurò la decadenza dell’Occidente

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Viaggi&Patrie/10. Cabona: “Ma non abbiate lo sguardo dei neo-colonizzatori, dei maestrini dell’Occidente”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0

Seguici su Facebook

Siti amici

  • 10 righe dai libri
  • Appennini di Gian Luca Diamanti
  • Arianna Editrice
  • Associazione Eumeswil Firenze
  • Calcio e statistiche
  • Diretta.it
  • Eclettica edizioni
  • Finanza Sexy
  • Hamelin Prog – Progressive Rock Magazine
  • Il blog di Roberto Perrone
  • Il diario del gigante Paolo Isotta
  • L'eminente dignità del provvisorio
  • linkiesta
  • melascrivo
  • Polémia
  • Rivista Visio
  • SilviaValerio.it
  • Storia in rete
Facebook Twitter Instagram

“All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per riparsi durante un tifone, o per riposarsi e amare”.
Hugo Pratt

Barbadillo è un laboratorio di idee nel mare del web che, a differenza d’altri, non naviga a vista. Aspira ad essere un hub non conformista, un approdo libero nel quale raccogliere pensieri e parole e dove donne e uomini in marcia possono fermarsi a discutere insieme di politica, ecologia, musica, film, calcio, calci, pugni e rivoluzione.

Ultimi articoli

La polemica. Scintille tra Fdi e La Destra. Musumeci: “E’ ancora possibile un dialogo?”

2Giugno. Perché ci vorrebbe un museo dell’identità nazionale

29 Maggio 2023
Aspide. Il romanzo erotico di Alessandro Barbero sulle performance del Vate

Aspide. Il romanzo erotico di Alessandro Barbero sulle performance del Vate

29 Maggio 2023
Segnalibro. L’Antimafia e gli usi e i soprusi dei “professionisti del bene”

Segnalibro. L’Antimafia e gli usi e i soprusi dei “professionisti del bene”

28 Maggio 2023

Ultimi commenti

  • Guidobono su Torino, cartoline dal Salone. De Benoist irrompe nella fiera politicamente corretta
  • Guidobono su Potenza delle nazioni secondo Enrico Corradini
  • Ferna.. su Torino, cartoline dal Salone. De Benoist irrompe nella fiera politicamente corretta
  • Guidobono su L’idea nazionale in Alessandro Manzoni
  • Luca su Torino, cartoline dal Salone. De Benoist irrompe nella fiera politicamente corretta
  • Luca su Torino. Il duello (nel Salone) Tamaro contro Verga agita il mondo della letteratura
  • Valter Ameglio su Torino, cartoline dal Salone. De Benoist irrompe nella fiera politicamente corretta

with by amdotcom

No Result
View All Result
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Questo sito utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione. Se continui nella navigazione acconsenti all'uso dei cookie.OkLeggi di più