Messer Niccolò Machiavelli sottolineò che uno Stato, per esser tale, deve rispondere a tre criteri: essere sovrano, avere il potere di batter moneta e avere un esercito. Almeno due di queste realtà non ci sono più nei paesi europei. La sovranità è appaltata all’Ue, una realtà sovranazionale, e la moneta viene stampata da privati. Gli eserciti, poi, è come se non esistessero visto che non svolgono una funzione unitaria dettata da una politica estera comune. Questa situazione, più il conseguente debito pubblico che attanaglia gli Stati indebitati con chi emette moneta, fu denunciata dal professore Giacinto Auriti (1923-2006). Ora Pietro Ferrari attualizzando la lezione di Auriti, ha pubblicato un interessante e chiaro volume che, nello spiegare l’attuale situazione monetaria degli Stati, analizza anche le condizioni politiche nelle quali vivono i popoli, spiegando i motivi della crisi. Ferrari mostra come, anche dal punto di vista storico, mettere l’emissione di moneta nelle mani dei privati e lasciar prosperare il meccanismo dell’indebitamento pubblico, non lascia libertà ai popoli. Così, i politici, “camerieri dei banchieri”, come li definì Ezra Pound, non possono che ratificare ciò che altri, altrove, decidono per i popoli e per le nazioni. Una situazione che minaccia la civiltà europea.
* La questione monetaria di Pietro Ferrari, Radio Spada ed., pagg. 118, euro 11.90;
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