Forza Italia, per ora, sceglie di proseguire con la candidatura debole di Guido Bertolaso a sindaco di Roma: il dibattito interno al partito berlusconiano non ha convinto il Cavaliere a cambiare rotto, spostando l’asse verso destra. L’ala legata ad Antonio Tajani, vicini al Ppe, ha finora dettato la linea: i forzisti tengono in pista Bertolaso e guardano ad Alfio Marchini in caso ritiro dell’ex capo della Protezione civile. C’è anche una parte che spera nell’apparentamento con la Meloni, ma al momento non ha peso per cambiare gli eventi.
Centristi pro Marchini per distinguersi dai “lepenisti”
La diplomazia interna al partito spinge perché l’alternativa concreta divenga l’appoggio al costruttore, già elettore alle primarie Pd e di storica famiglia vicina al Pci. L’obiettivo? Segnare la distanza dal fronte sovranista che si è saldato intorno a Giorgia Meloni-Sindaco, con l’asse Fratelli d’Italia-Lega.
Lessico da Repubblica per screditare la Meloni
Quali sono le assonanze tra Giorgia Meloni candidato sindaco a Roma e il lepenismo? Nessuna. Ma i forzisti usano la clava lessicale del lepenismo per schiacciare Fdi e Lega nell’angolo della destra radicale, ripetendo uno schema caro alla narrazione de La Repubblica: Meloni=Le Pen=estremismo…
Saltano anche altri tavoli per le amministrative?
Questi smottamenti dell’area berlusconiana potrebbero avere effetti sia a Roma (tanti consiglieri di Fi nei municipi potrebbero scegliere di candidarsi nella coalizione della Meloni) sia in altre città dove manca ancora un accordo nel centrodestra (Bologna e Torino in primis).
L’ultima parola? Spetta a Berlusconi
Più delle strategie e delle rilevazioni della sondaggista Alessandra Ghisleri, sarà l’interpretazione dei prossimi scenari da parte di Silvio Berlusconi a tracciare la linea di Forza Italia, partito cardine dell’alleanza modernizzatrice negli ultimi vent’anni, adesso divenuto movimento politico meno attraente (elettoralmente) della Lega nazionale di Matteo Salvini.