Vi sono libri che segnano un’epoca, altri che la rappresentano, e infine quelli che la conchiudono in modo esemplare. Ecco, “Le Meraviglie dell’Impossibile”, edito da Mimesis, è a nostro avviso un libro che traccia, con efficacia e puntualità, la circonferenza d’un’intera stagione culturale. Una circonferenza percorsa con grande sensibilità letteraria da due critici italiani, Gianfranco de Turris e Sebastiano Fusco. Due nomi per due firme autorevoli, nel panorama culturale nazionale, cui si devono numerosi e importanti contributi nello studio della letteratura del fantastico.
La loro opera, composita e assai corposa, costituisce un autentico spartiacque nel mondo di intendere e approcciare il mondo dell’immaginario.
Ciò a significare che a seguito della discesa nell’agone editoriale di questa accoppiata vincente, l’approccio in ambito critico, come pure la percezione generale del pubblico nei confronti dei generi del fantastico, sono mutati per sempre, in forma e sostanza.
Certo oggi tutti riconoscono la grande importanza del loro lavoro, un impegno scrupoloso e scientifico che ha contribuito non poco a conferire dignità letteraria a quella che un tempo veniva definita da burbanzosi soloni accademici “paraletteratura”.
Tuttavia vi fu un periodo in cui i due studiosi romani venivano regolarmente additati come reazionari, e fatti oggetto di critiche feroci, quanto ingiustificate, da parte di certe aree culturali avvezze a misurare qualsiasi aspetto della realtà con metro ideologico.
Ciò non impedì loro di scrivere una grande mole di apparati critici di qualità. Vennero così alla luce alcuni dei contributi più significativi nel quadro della critica dell’immaginario di quegli anni. Stiamo parlando del periodo compreso fra il 1972 e il 1981,arco temporale in cui i due giornalisti diressero le collane fantastiche dell’editore Fanucci.
Un’attività intensa caratterizzata da una cura estrema, e da una scelta oculata di temi e titoli. Ma uno degli aspetti peculiari e di maggior interesse di tutta l’opera di Fusco e de Turris, va riferita all’introduzione di alcuni dei più efficaci strumenti della critica letteraria oggi divenuti d’uso comune, ma allora quasi del tutto ignorati nello studio e nell’analisi della narrativa di genere, e in particolare della fantascienza.
Nelle mani e nelle penne capaci di questi due intellettuali modelli teorici come quello strutturalistico, sociologico, simbolico, psicoanalitico, stilistico ecc. , presero corpo in seno a un modo di fare critica dal piglio pragmatico e scientifico che ancora oggi conserva tutta la sua efficacia e originalità. Ciò senza dimenticare i fondamentali aspetti interpretativi delle varie opere analizzate fin nei minimi particolari, basandosi su chiavi di lettura afferenti ai miti e ai simboli nelle loro profonde interazioni con gli archètipi junghiani.
E queste sono solo alcune delle innovazioni introdotte da questi due studiosi dall’acume sorprendente e dall’energia inesauribile.
Per tale ragione, deve essere apparso importante, anzi indispensabile in casa Mimesis raccogliere in volume l’insieme delle note critiche e dei saggi introduttivi prodotti dai due giornalisti durante il loro lungo sodalizio con Fanucci. Una raccolta dotta e ponderata, in cui a geniali intuizioni in ambito strutturalistico e simbolico, s’alternano momenti d’attenta analisi sociologica, scientifica, storica e di costume.
I temi affrontati, per conseguenza, sono molteplici e in ciò si delinea l’alta competenza degli autori che mai si limitano a delle asettiche note d’introduzione al testo, dedicandosi invece all’edificazione d’un costrutto profondo e originale in cui palpitano delle sensibilità letterarie di notevole spessore. In questo modo la fantascienza diviene, di volta in volta, metafora esistenziale, paradigma culturale, istanza sociale, dimensione escatologica. Le interazioni di questo genere, ritenuto per troppo tempo erroneamente e colpevolmente di serie B, si moltiplicano a dismisura, assumendo i contorni d’una sorta di multiverso culturale in cui coesistono e si influenzano vicendevolmente: religione, simbolismo, eros, utopia, preveggenza, trascendenza e tanto altro ancora.
Null’altro si può aggiungere, a parte il suggerire, caldamente, la lettura de “Le Meraviglie dell’Impossibile”, libro meritevole d’attenzione e pregno di un’eredità intellettuale inestimabile.
*“Le meraviglie dell’impossibile. Fantascienza: miti e simboli”, di Gianfranco de Turris e Sebastiano Fusco, a cura di Luca Gallesi,(pp. 258, Mimesis)