Ci pensa Alfano. Nessun timore per eventuali episodi di terrorismo in Italia. Il ministro degli Interni vede e provvede. Partendo da un presupposto vero e da uno falso. Quello vero è che le periferie italiane sono profondamente diverse dalla banlieues francesi o dalle municipalità di Bruxelles. Quello falso è che le forze dell’ordine italiane possono entrare senza problemi in ogni quartiere di ogni città. Le periferie italiane, per quanto degradate ed abbandonate, non si sono ancora trasformate in enclaves dove vivono soltanto gli stranieri. Ovviamente non per merito delle autorità nostrane, ma solo perché i disperati italiani non hanno la possibilità di trasferirsi altrove. E neppure l’ex ceto medio sempre più povero. Tutti obbligati, dunque, a convivere con spaccio, prostituzione, delinquenza quotidiana che scippa, rapina, ruba, aggredisce. Nella più totale indifferenza, se non complicità, degli organi dello Stato.
Dunque, per ora, le periferie non si sono trasformate in cittadine straniere all’interno dei confini italiani. Quanto alle menzogne di Alfano sul controllo effettivo di ogni area, è sufficiente ricordare l’assoluta libertà di devastazione e di aggressione concessa agli “ospiti ” in occasione delle continue proteste per il menù offerto a spese nostre, per la mancanza di parabola satellitare per gustarsi i programmi TV preferiti, per la lontananza da bar e discoteche degli hotel pluristellati dove vengono accolti, sempre a spese nostre. Oppure potrebbe ricordarsi, Alfano, delle forze dell’ordine aggredite e messe in fuga quando hanno cercato di entrare in qualche campo Rom all’inseguimento di criminali che vi si erano rifugiati. Se l’Italia non è ancora stata colpita, il merito non è di Alfano. Conta molto di più la scelta in politica estera meno ottusa di quella di Parigi. Conta molto di più la capacità degli uomini dell’intelligence che nulla hanno a che fare con i disastrosi belgi. Il resto sono chiacchiere da bar e da Alfano.