Un nome – fuori dai giochi – che sarebbe piaciuto, molto, a Giuseppe Tatarella, ministro dell’Armonia del migliore centrodestra degli ultimi venticinque anni. Come le amministrative di Roma potrebbe farsi strada una soluzione che spariglia i giochi partitici: la candidatura a sindaco di Umberto Broccoli. Archeologo medievista, è stato Sovrintendente per i Beni culturali di Roma Capitale dal 2008 al 2013. Curatore di spazi e trasmissioni di approfondimento sulla Tv di Stato nonché ha una rubrica su Sette del Corriere della Sera. E’ apprezzato per la sua competenza e per lo stile composto. Il suo nome – secondo indiscrezioni capitoline – è, insieme ad altri, sul tavolo del centrodestra dove si decideranno gli uomini da schierare nella contesa delle amministrative.
Allo stato in campo ci sono Guido Bertolaso (caro a Berlusconi ma con qualche guaio giudiziario legato al passato), Francesco Storace (già governatore del Lazio) e Fabio Rampelli (capogruppo di Fratelli d’Italia). Una larga parte del centrodestra – da Fitto al NuovoCentrodestra ad ambienti berlusconiani – guarda con favore ad Alfio Marchini, già candidato alle primarie del Pd, nonché virgulto di una famiglia di “palazzinari rossi”. Tutti profili che meritano rispetto, ma che mancano della qualità essenziale nelle comunali, quella di federare voci plurali in un progetto di rigenerazione civica.
Il curriculum super parte di Broccoli potrebbe generare una tregua, una sospensione delle conflittualità, alimentando uno scatto virtuoso in vista della contesa elettorale, magari con un programma di riscatto per la Città Eterna, calibrato su arte, paesaggio, bellezza, occupazione e nobiltà realmente sostenibile. In più Broccoli avrebbe un identikit culturale “differente” e qualificato rispetto al Carneade che schiererà Grillo e al vincitore partitocratico delle primarie gladiatorie del Partito democratico.
In ogni caso, con un centrodestra e una destra ai minimi storici di appeal nella società civile, già la disponibilità di Broccoli sarebbe un segnale in controtendenza. La sua candidatura forse configurerebbe un miracolo. Di armonia, virtù cara a Giuseppe Tatarella, ideologo del fronte destra-centro che vinceva scegliendo le migliori personalità del mondo dell’accademia, della cultura e delle professioni.