Che cosa significa essere italiani? Significa solo essere nati in Italia da genitori “indigeni” oppure, dal punto di vista dell’identità, essere qualcosa di differente dagli altri popoli? Sull’identità sono stati versati fiumi d’inchostro e tanti libri hanno affrontato il tema dal punto di vista storico, politologico e giuridico ma nessuno, finora, lo ha analizzato dal punto di vista tradizionale e di prospettiva storica.
Lo fa L. M. A. Viola nel saggio Essere Italiani (Victrix edizioni, pagg. 347, euro 28.00; Volume I; ordini: info@victrixedizioni.it) dove analizza il concetto di italianità e di identità sotto un profilo particolare e inedito: l’autore parte da Roma e analizza i punti qualificanti dell’essere romano-italiano nell’antichità per definire la metafisica e la religione di questo popolo particolare che non ha rappresentato solo una civiltà potente, grande e ispirata, ma qualcosa di più. E Viola affronta e spiega la natura arcana di Roma, del suo mistero e della sua missione nel mondo e chiarisce, dal punto di vista filosofico e non solo, qual è la natura e lo scopo del popolo italiano-romano. Per farlo, analizza il concetto di identità che – sottolinea Viola – è immodificabile in quanto è un dato metafisico a priori, che perde la sua consistenza se l’uomo si aliena dall’Essere.
Pertanto per Viola “gli italiani possono risolvere la perdita di corrispondenza con la loro vera identità solo attraverso il recupero della loro memoria metafisica la quale, una volta ristabilita, ricostituisce ogni uomo italiano nella sua forma originaria, in accordo con la sua identità reale”.
Quindi, ogni italiano, secondo questo volume che traccia una ricerca che si richiama alla Tradizione, alla filosofia e all’esoterismo, deve lavorare per reimpossessarsi della propria identità metafisica. Solo allora, eliminando ogni genere di “alienazione, sviamento, compromissione e occultamento” ottiene una reintegrazione.
Viola afferma che un uomo, senza la propria religione, non è nulla e per questo è necessario recuperare le tradizioni e la concezione del sacro più vicino possibile alla Tradizione arcaica cioè, nel caso dell’Italia, di Roma. Questo perché, in un certo senso, vi è nella nascita di Roma e quindi dell’Italia e degli italiani una sorta di destino, di Fato che ha assegnato un compito a coloro che sono nati e hanno ereditato il sangue e la Tradizione antica. In altre parole, il riorientamento di un italiano (ma in questo caso potrebbe valere anche per altri europei) verso la propria Tradizione significa anche prendere le distanze dai falsi miti della modernità e quindi dalla globalizzazione e dalle concezioni nate negli ultimi secoli. Non perché la modernità sia di per sé negativa ma perché questa modernità è deleteria, negativa, senza riferimenti superiori e senza una visione spirituale. Infatti, l’auspicio del recupero della Tradizione ha lo scopo di rinnovare la modernità, collegandola a una visione del mondo tradizionale. Per questo in molti capitoli del volume è affrontato il tema di Roma e della Roma religiosa, della Roma cattolica, universale, del concetto di nazione, della nozione di Terra Italia e dei culti dell’antica Roma.
L’autore, in questo originale libro, riconduce l’identità dell’italiano alle tradizioni romane più antiche attraverso un excursus interessante perché presuppone il loro recupero. Una via per affrontare la modernità e i tanti nodi del presente richiamandosi all’identità più antica e più profonda, quella Tradizione primordiale.
*Essere Italiani di L. M. A. Viola (Victrix edizioni, pagg. 347, euro 28.00; Volume I; ordini: info@victrixedizioni.it)