Il countdown è ufficialmente iniziato. Alle 10 il Parlamento si è riunito in seduta comune e voterà il prossimo Presidente della Repubblica. Sono stati molti i nomi e le indiscrezioni che si sono rincorsi in questi giorni. E a parte i soliti che vengono “quasi” puntualmente riproposti ogni volta come Bonino, Prodi e Violante e il rifiuto della Gabanelli (“il mio mestiere è il giornalismo”) e di Strada, restano ai nastri di partenza i nomi di Marini, Amato, D’Alema e Rodotà.
Ieri sera dopo aver parlato di “bella sorpresa”, il segretario del Pd Bersani ha ufficialmente presentato la candidatura di Marini. Immediato l’appoggio del Pdl dove Berlusconi ha parlato di “nome buono” e il si di Scelta Civica. Un nome che però crea non pochi problemi all’interno del partito democratico. Fortemente contrari i renziani che hanno dichiarato di non essere disponibili al voto tanto che in serata il Sindaco di Firenze ha parlato di scelta come “dispetto per il Paese”. Inoltre Renzi ha accusato il segretario Bersani “di aver fatto scegliere il candidato a Berlusconi”. Dubbi sono stati espressi anche dal leader di Sel, Vendola che pur non mettendo in discussione il profilo di Marini ha parlato di una scelta che non tiene conto della richiesta di cambiamento emersa dalle elezioni. Negativo anche il commento della Serracchiani che ha parlato di “vittoria della conservazione”. No anche dal M5S. Incerto l’appoggio da parte di Fratelli d’Italia.
In caduta la candidatura di Amato che nonostante sia stato definito dal politologo americano Edward Luttwag il “favorito” da Washington trova l’appoggio solo di una parte del pd (che teme la rottura della coalizione con Sel), il no del Pdl per la Lega, il anche no del M5S e il si di Scelta Civica. Voci di corridoio parlano di ipotesi D’Alema, che troverebbe l’ok di Pd e Pdl alla quarta votazione. Intanto Rodotà che ha accettato la candidatura da parte di Grillo potrebbe essere appoggiato anche da Sel. Che i lavori inizino.