Una intervista a tutto campo, senza sconti per nessuno. Il filosofo Massimo Cacciari, in una intervista a Josè Andrés Rojo del quotidiano spagnolo El Paìs, demolisce il governo Renzi e l’idea di politica che su cui si fonda l’esecutivo italiano non passato al vaglio degli elettori. E soprattutto individua il suicidio dell’Europa nell’aver abiurato le radici classiche e la cultura umanistica a favore dell’ideologia del presentismo e del dogma del Pil.
Renzi e una classe dirigente scadente del Pd
“Renzi è assolutamente solo. Il Partito Democratico, guidato da Renzi, non ha figure eccezionali, e i suoi quadri riassumono l’attuale incapacità della classe politica. Le iniziative che ha preso, come la riforma della legge elettorale o del Senato, non convincono il suo elettorato. La sinistra semplicemente non esiste”.
Italia in una situazione pericolosa
“Il Movimento 5 Stelle può vincere le elezioni, ma che arrivi a governare è finora solo una possibilità. Renzi si è circondato di una cerchia di fedelissimi, che non rappresentano nessuno. Alcuni provengono dal vecchio Pci, altri provengono dalla seconda o terza fila della Margherita. Sono quasi tutti i toscani. Si tratta di una situazione pericolosa. E’ una questione di democrazia che il governo è composto da uomini con peso, che rappresentano qualcuno. Il sistema elettorale voluto da Renzi è ultramaggioritario, con la regola del 40%. Ma questa cifra non la raggiunge nessun partito e ci sarà il ballottaggio, che sarà una sfida tra Renzi e i 5 stelle. In questo momento, il Movimento5Stelle vincerebbe. Perché la Lega Nord voterebbe in maniera massiccia i grillini”.
Il disastro Europa e la speranza Draghi
“La sopravvivenza del progetto europeo passa attraverso la riconquista della speranza di dare un senso a questo progetto. Se l’Europa non si costruisce con più giustizia sociale, reale ridistribuzione della ricchezza, con i servizi che funzionano, e una apertura culturale, non c’è futuro. Se l’unica possibile Europa significa austerità e stabilità, siamo perduti. L’Unione non ha intenzione di affrontare il problema dell’immigrazione. L’immigrazione mostra i terribili deficit del progetto europeo. Non c’è una cultura della solidarietà, non sono mai state definite le politiche verso il Mediterraneo. (…) Se non è possibile modificare la deriva attuale, si va verso il disastro. Il populismo, quello della Le Pen e della Lega Nord, sta giocando un gioco molto pericoloso. In queste coordinate, c’è un leader europeo all’altezza della situazione? Sì, l’unico che è riuscito a vedere che l’Europa deve continuare ad avere in futuro è Mario Draghi “.
L’elogio di Papa Francesco
“Il Papa ha dimostrato grande autorità morale ed etica, e può avere una influenza politica. E potrebbe essere un fatto positivo. Vi è una componente fondamentale, che non può essere dimenticata: si tratta di un gesuita. Dietro c’è uno stile che fa riferimento a Ignazio di Loyola. Così egli ha dovuto affrontare importanti riforme e chi governa nella Chiesa di adesso non hanno nulla a che vedere con l’era Ratzinger. Il suo scopo è quello di influenzare la vita quotidiana. Ma con prospettive molto ampie: in un modo gesuita, piano, piano, con pazienza”.
La marginalizzazione della filosofia a favore dell’ideologia del Pil
“L’idea di formazione come un percorso verso l’eccellenza, la paideia dei classici, sta vivendo brutti momenti. Non solo in Spagna, e non solo emarginando la filosofia dai piani di studio. Non si insegna più il latino e il greco. Il massacro delle discipline umanistiche mè un discorso che è stato instradato da tempo in Europa. L’idea alla base di questo progetto è un mito: che il passato è passato; e quindi è morto. E questo non è vero: il passato è sempre problematico, vive nella memoria corrente ed è parte del futuro progetto. E’ vivo nella parola nella lingua. Ma oggi non importa a nessuno quello che stiamo dicendo. Basta guardare i dibattiti in televisione, dove le parole sono spudoratamente distorte. Emarginando la filosofia e scienze umane, l’Europa si sta distruggendo. Ciò che è paradossale è che l’Europa è determinata a eliminare solo le proprie impronte. Né gli Stati Uniti né la Cina né Giappone hanno preso quella direzione. Tuttavia, l’Europa ha voltato le spalle alla sua eredità dell’umanesimo – il Rinascimento, l’idealismo tedesco – e capisce che il futuro è solo la crescita del PIL e adeguarsi ai requisiti del presentiamo”.
Isis, il nemico in casa
“Il problema più grande è sempre l’ignoranza. Quando l’Occidente, con gli Stati Uniti in primis, ha invaso l’Iraq per rovesciare un tiranno e stabilire una democrazia non aveva idea di chi fossero i sunniti e gli sciiti. Mancava un piano la fase post guerra. In gran parte siamo noi i responsabili della nascita dello Stato Islamico. Ignoriamo le loro tradizioni e i loro progetti: questo è il peggio. Ora lo Stato Islamico ci ha dichiarato guerra; controlla un territorio, ha le risorse economiche. E in questa guerra è pronto a utilizzare tutti gli strumenti terroristici a sua disposizione. Ma come la guerra non è anche usare il terrore per vincere? Quale nome si può dare all’orrore di Hiroshima? La situazione è estremamente pericolosa perché abbiamo il nemico in casa. E questo ci mette in una situazione di impotenza”.
Filosofo senza pregiudizi, amante di Junger
“Continuo a guardare le cose da posizioni di sinistra, dove mi sono formato in gioventù, e mi sono arricchito di tutte le altre idee, indipendentemente dalla loro provenienza; Ernst Junger, per esempio. Ma sempre sapendo che le questioni pubbliche non sono gestite dai grandi concetti, ma con soluzioni pragmatiche”.