L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, su Il Tempo, ha difeso la sua esperienza amministrativa, indicando nella ultra decennale gestione della sinistra la causa del degrado di Roma
Il processo per Mafia Capitale è partito con tutta l’attenzione mediatica, le speculazioni e le strumentalizzazioni che era facile attendersi.
Proprio per questo è necessario fare alcune importanti considerazioni politiche. È possibile che anche in questa occasione il centrodestra arrivi a una prova così importante senza coraggio politico e senza una strategia precisa? Per tutto il periodo delle indagini, se si fa eccezione per alcune voci isolate e per l’opera di controinformazione fatta da poche testate controcorrente come Il Tempo, l’atteggiamento degli esponenti politici di centrodestra è stato quello di nascondersi dietro una superficiale dissociazione dall’esperienza amministrativa da me guidata. A sinistra sono stati invece molto più articolati: hanno santificato Rutelli, tacciono totalmente su Veltroni, nonostante il ruolo del suo braccio destro Odevaine, hanno scaricato Marino, ma ribadendo sempre la sua minore responsabilità rispetto al “male assoluto” dell’amministrazione Alemanno. La tesi che si cerca di far passare, anche grazie al silenzio terrorizzato degli esponenti di centrodestra, è che l’inconsapevole Marino non ha saputo fronteggiare gli enormi guasti creati dalla nostra amministrazione. Ma basta guardare tutti i dati statistici e amministrativi per rendersi conto che è vero esattamente il contrario: la giunta di centrodestra ha fronteggiato l’enorme dissesto finanziario ereditato dalle precedenti giunte di sinistra e ha cominciato una difficile opera di risanamento con importanti risultati. Quando è arrivato Marino tutto questo è stato cancellato ed è ricominciato in maniera ancora più grave il degrado di Roma.
L’unica eccezione a questa realtà è la lotta alla corruzione, ma di questo nessun merito può essere ascritto alla giunta Marino e alla sinistra, perché solo la nuova gestione della procura di Pignatone ha dato il via a questa svolta. Sostenere queste tesi giuste e fondate non significa soltanto difendere il sottoscritto e i tanti componenti della mia amministrazione che hanno lavorato bene, ma vuol dire porre le basi per riconquistare il Campidoglio con una nuova proposta di centrodestra. Si può e si deve valutare gli errori da noi commessi, ma non si può buttare il bambino con l’acqua sporca. Si può e si deve dire che ci sarà un profondo cambiamento anche rispetto a quello che abbiamo fatto noi, ma questo cambiamento non sarà credibile se si demonizzerà un’amministrazione in cui tutto il centrodestra, nessuno escluso, è stato coinvolto e ha dato il suo contributo. Possibile che nessuno comprenda queste elementari verità?
Ognuno di noi, compreso il sottoscritto, deve dimostrare fino in fondo la propria innocenza e io sin dal primo momento mi sono autosospeso da ogni incarico politico e mi sono impegnato a non ricandidarmi fino a quando la mia estraneità ai fatti contestati non sarà pienamente dimostrata. Ma al di fuori di quelle che sono le responsabilità personali c’è la storia politica di Roma da ricostruire. Se lo si fa con un minimo di coraggio e di fermezza, invece di inseguire le mode dell’antipolitica, non è affatto difficile dimostrare che l’origine dei mali di Roma è quasi tutta nei trent’anni di amministrazione della sinistra e nella pressione negativa dei poteri forti che condizionano la vita della nostra Capitale.
Di fronte a questa realtà, i 5 anni di amministrazione di centrodestra rappresentano una prima reazione insufficiente, ma sicuramente in positiva controtendenza.
Chi non ci crede guardi le carte senza pregiudizi e ritrovi il coraggio di andare controcorrente.