L’assemblea ha sancito la vittoria della mozione Meloni- Gasparri contro l’asse Alemanno-Menia-Bocchino e Fini. Ecco le reazioni delle varie “componenti”.
Marco Cerreto, portavoce di Prima l’Italia, movimento vicino a Gianni Alemanno
“In merito a quanto accaduto all’assemblea nazionale della Fondazione AN, si è sprecata secondo noi una grande occasione, quella di far confluire in un grande progetto politico anime e energie della destra diffusa. Ieri ha prevalso di pochissimo la volontà da parte dei vertici di Fdi e Fi di tenere tutto immutato, perdendo di fatto una grande occasione di fronte al Paese che guardava con attenzione a quest’evento. Prima l’Italia continua a ritenere prioritaria la necessità di dar vita ad un soggetto di Destra che, autenticamente e con pari dignità, sappia offrire alle varie anime della destra un luogo dove creare un’offerta politica e non si fermerà dal perseguire questo intento.
Siamo pronti a continuare il dialogo con quanti vorranno seriamente dimostrare di arrivare a questo risultato. Riteniamo anche che l’esperienza di ForumDestra, che è quell’aggregazione che ha messo al tavolo più di trenta associazioni presenti sul territorio, debba proseguire nel contribuire al dibattito con iniziative ed incontri su tutto il territorio. Se si è sprecata un occasione, questo non significa che non ve ne possano essere altre a breve, la nostra buona fede e il nostro convincimento della necessità che una casa comune della destra debba esserci ci sprona a continuare su questa strada”.
Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera
“Da Gianfranco Fini e Gianni Alemanno ci saremmo aspettati una posizione neutrale. Entrambe persone che hanno avuto ruoli apicali nella nostra storia, ma che politicamente hanno fallito portando le rispettive esperienze in un baratro. Si può accelerare il percorso di allargamento di Fratelli d’Italia a nuove aggregazioni con l’obiettivo di recuperare la vocazione maggioritaria della destra, che ora ha il dovere, non di aggiungere nuovi pezzi (con una sommatoria di sigle, sarebbe un’operazione di bassa cucina), ma di coniugare il suo patrimonio politico e culturale con quello che ha caratterizzato la stagione di An, che vide quella scommessa sfiorare nel ’96 il 15 per cento. Insomma coniugare, come dicono gli esperti di formule, la destra identitaria con la destra diffusa”. (da secoloditalia.it)
Giovanni Donzelli, esecutivo nazionale Fdi
“Quello che stiamo cercando di fare con Fratelli d’Italia è far crescere la destra. Fini ha già fallito più volte, ormai è un corpo estraneo: noi abbiamo chiaro che la nostra sfida non può essere condivisa con chi ha distrutto tutto ciò che ha toccato e dimostra un’incomprensibile acredine nei confronti di Giorgia Meloni che sta ricostruendo un partito credibile. Non possiamo prendere lezioni, né spinta, da chi ha abbandonato la destra per costruire un partito servo delle consorterie anti-italiane e che ha appoggiato il governo Monti – prosegue Donzelli – Fini si è presentato alle urne con questa idea, lo ha fatto da Presidente della Camera e uomo ‘potente’ d’Italia: ciononostante gli elettori lo hanno bocciato senza appelli, se ne faccia una ragione. Capiamo la delusione frustrante per l’ennesima sconfitta ricevuta – conclude Donzelli – se Fini vuol fare un nuovo partito gli facciamo i migliori auguri: auspichiamo che che ogni tanto possa dire qualcosa anche contro la sinistra e a difesa degli italiani. Ma facciamo fatica a crederlo”.
@barbadilloit