L’Assemblea della Fondazione An a Roma si è divisa tra varie correnti, come nel vecchio partito, non raggiungendo una sintesi tra le diverse posizioni. In attesa dell’esito della votazione finale vi sintetizziamo le varie posizioni in campo.
Maurizio Gasparri: il patrimonio non si tocca
“Avevo posto con Matteoli il problema che il patrimonio è vincolato agli scopi culturali della Fondazione. Su questo tutti si sono detti d’accordo, cambiando in taluni casi le loro posizioni. La Fondazione ha un patrimonio per svolgere la sua attività, la costituzione di soggetti politici, più o meno allargati, di destra, riguarda coloro che li vogliono promuovere. Sono di Fi e penso che i processi congressuali altrui siano esterni alla Fondazione, la quale deve svolgere le attività che è chiamata dalle leggi ad affrontare”.
(I gasparriani hanno ritirato la propria mozione, convergendo su quella di Fdi-La Russa-Meloni)
Giorgia Meloni: la nostra destra non è quella di chi l’ha ridotta in macerie
“E’ evidente ormai che la mia destra non è quella di Alemanno di Fini e di chi vuole continuare a dilaniare per avere un ruolo. C’è un solo partito che raccoglie l’identità della destra e che oggi è presente in Parlamento, e quel partito è Fratelli d’Italia, anche oggi è interessato a portare avanti iniziative politiche. I dibattiti sterili non ci interessano, non ci interessa chi vuole dividere, non ci interessa quella parte di ex colonnelli della destra che è orientata solamente a continuare a produrre macerie, evidentemente non paga di averne già prodotte abbastanza. Noi siamo in altre faccende affaccendati perché vogliamo continuare a produrre politica. La nostra destra non è quella di chi l’ha ridotta in macerie”.
Gianni Alemanno: unità impossibile. Ci riproveremo da domani
“Abbiamo detto che nessuno toccherà il patrimonio, che sarà utilizzato per opere culturali e sociali. Questo è l’unico punto su cui siamo d’accordo. La nuova casa della destra sarà finanziata dai soldi degli iscritti. Il simbolo di An? Deve essere utilizzato dalla Fondazione, la quale deve scegliere il movimento che merita di portarlo. Il simbolo di An è unitario, non può essere il simbolo solo di una parte della destra come è stato fino ad ora. Abbiamo provato ad arrivare ad una soluzione unitaria ma oggi non sarà possibile. Da domani ci proveremo, perché il nostro obiettivo è l’unità della destra”.
I promotori della mozione dei quarantenni
Il nostro progetto? Nato dalla base e elaborato in oltre un anno di incontri promossi dal coordinamento ForumDestra, cha ha raccolto oltre trenta associazioni della destra diffusa; dall’altra il blocco generazionale che, al di là delle schermaglie dialettiche, ha partorito un accordo tra storici colonnelli ex An: Ignazio La Russa, Maurizio Gasparri e Altero Matteoli. Abbiamo chiesto l’apertura di una stagione costituente affidando alla Fondazione An il ruolo di garante di un percorso comune da costruire con tutti coloro che si sentono di destra, a partire ovviamente da Fratelli d’Italia. Al di là di come andrà la conta dei voti restiamo convinti che l’Italia abbia bisogno di un nuovo partito di destra in grado di sedersi al tavolo con Berlusconi e Salvini senza esserne subalterno”.